L‘ambivalenza affettiva è un complesso stato emotivo caratterizzato dalla dualità: amore e odio, desiderio e avversione, fanno parte del ventaglio di emozioni e sentimenti che si possono provare all’interno di una relazione.

Comprendere e gestire l’ambivalenza è essenziale per mantenere rapporti sani e prendere decisioni consapevoli.

Cos’è l’ambivalenza affettiva?

L’ambivalenza affettiva è uno stato emotivo contraddittorio in cui si sperimentano sentimenti opposti o contrastanti verso una persona. Questo fenomeno può manifestarsi in diverse situazioni, ad esempio una persona potrebbe sperimentare amore e affetto profondi per il proprio partner ma allo stesso tempo sentirsi frustrata o arrabbiata per determinati comportamenti o azioni di quest’ultimo.

L’ambivalenza affettiva è una parte normale delle esperienze umane e può riflettere la complessità delle relazioni interpersonali e delle emozioni umane. Tuttavia, quando questa ambivalenza diventa intensa o persistente, può causare disagio emotivo o complicare i rapporti.

In psicoterapia, l’ambivalenza affettiva può essere esplorata per aiutare le persone a comprendere meglio i propri sentimenti contrastanti e a trovare modi per gestire e affrontare tali emozioni in modo sano e costruttivo.

Le cause dell’ambivalenza affettiva

L’ambivalenza affettiva può derivare da una varietà di cause e situazioni all’interno della relazione:

  • Valutazione costi-benefici: La maggior parte delle relazioni è costituita da una certa quantità di dare e ricevere, ma questo non significa che siano sempre bilanciati. La teoria dello scambio sociale suggerisce che sia la valutazione dei benefici e dei costi di ogni relazione a determinare la scelta di continuare o meno una relazione ed è proprio il bilancio tra ciò che si ha dato al partner e la risposta a questo investimento che può influenzare molto i sentimenti della persona e causare l’ambivalenza affettiva.
  • Dinamiche relazionali complesse: Le relazioni sentimentali, in particolare quelle a lungo termine, possono essere intrise di ambivalenza portando alla luce dinamiche complesse, magari rimaste latenti per anni, che causano l’insorgere di sentimenti polarizzati in modo netto tra positivo e negativo.
  • Contraddizioni tra desideri e doveri: L’ambivalenza può derivare dalla contraddizione tra ciò che una persona desidera e ciò che si sente obbligata a fare per volere/piacere del partner.
  • Conflitti etici o morali: Situazioni in cui i valori o le credenze di una persona entrano in conflitto possono generare ambivalenza affettiva. Ad esempio, una persona potrebbe essere ambivalente riguardo a una decisione che coinvolge un dilemma etico, come il dovere di dire la verità al partner contro il desiderio di proteggerlo dagli effetti negativi che l’altro potrebbe subire.
  • Eventi traumatici o stressanti: Eventi traumatici o situazioni di stress prolungate possono creare ambivalenza affettiva in quanto le persone possono sentirsi divise tra l’elaborazione delle emozioni negative e il desiderio di tornare a una normalità positiva. Inoltre le esperienze di vita passate, in particolare quelle legate a relazioni o eventi significativi, possono influenzare la propensione a sperimentare ambivalenza. Ad esempio, chi ha vissuto relazioni conflittuali o traumatiche in passato può sviluppare una maggiore ambivalenza in quelle future.

Le conseguenze e i rischi

L’ambivalenza affettiva, se non affrontata o gestita in modo appropriato, può avere una serie di conseguenze e rischi.

Il primo è lo stress emotivo: l’ambivalenza affettiva può causare un sovraccarico emotivo significativo. Il costante conflitto interno tra sentimenti opposti può generare ansia, frustrazione e tensione, portando a uno stato di malessere psicologico. Identificarsi rigidamente con l’estremità di una polarità e rigettando totalmente il suo contrario è una dinamica che impedisce la gestione efficace e la risoluzione del conflitto. Ad esempio, se il partner ritiene di essere una persona gentile che non tollera in alcun modo la scortesia, gli aspetti scortesi della sua psiche diventeranno inconsci e sottrarranno energia alla capacità di essere gentile. In questo modo la persona non è pienamente presente o autentica negli atti di gentilezza e con ogni probabilità proietterà la “scortesia” sul partner.

Un’altra conseguenza negativa dell’ambivalenza affettiva è la difficoltà nel prendere decisioni in quanto la persona potrebbe sentirsi divisa tra desideri contrastanti, tra ciò che vorrebbe e ciò che potrebbe volere il partner, vivendo con difficoltà il processo decisionale. Oltre alle fluttuazioni emotive frequenti, che minano l’equilibrio della persona, questo stato può anche compromettere la relazione stessa: la persona potrebbe infatti apparire incerta o manifestare atteggiamenti contraddittori, il che può portare a conflitti e fraintendimenti nella coppia.

Le persone che sperimentano ambivalenza affettiva possono sentirsi impotenti e confuse riguardo ai propri sentimenti. Questo può minare la fiducia in sé stesse e la capacità di gestire le emozioni. Nei casi più gravi poi, se non gestita, può contribuire allo sviluppo di sintomi di depressione e ansia per via della costante lotta tra sentimenti opposti che porta un senso di disperazione e inadeguatezza.

Cura e gestione dell’ambivalenza affettiva

La dottoressa Lindsay B. Jernigan, psicologa clinica e terapeuta esperta in resilienza emotiva, relazioni, sessualità ed evoluzione personale, in un suo articolo dedicato all’ambivalenza affettiva scrive:

Molte coppie rimangono bloccate in questa ambivalenza, in cui sembra che non ci sia una buona soluzione, nessuna opzione vincente. Sembra di essere nelle sabbie mobili. Più si cerca di trovare una via d’uscita, più il pantano diventa profondo. Una volta che l’ambivalenza entra in gioco, spesso rimaniamo bloccati in alcuni loop cognitivi ed emotivi che sembrano una di quelle escape room, uno spazio progettato per sembrare impossibile da abbandonare.

Ecco i suoi consigli su come gestire l’ambivalenza affettiva:

  1. Farsi le domande giuste: la dottoressa sottolinea l’importanza di non soffermarsi sul futuro della relazione, chiedendosi semplicemente se sia il caso di rimanere o di interrompere il rapporto. La domanda corretta per andare a fondo è Quale sarà la nuova versione della nostra relazione? oppure Cosa succede se rompiamo i nostri schemi attuali? Che aspetto avrebbe la nostra relazione? Questo è il vero punto di partenza per analizzare l’ambivalenza affettiva.
  2. Promuovere il cambiamento: per vedere effettivamente dei cambiamenti nella relazione e contrastare l’ambivalenza emotiva è necessario agire in prima persona, non lasciandosi frenare da pensieri come Non posso perché tu…, Devo farlo perché tu… È fondamentale tenere a mente che non si può cambiare l’altro, quindi bisogna ignorare l’impressione di non poter sperimentare qualcosa di nuovo finché l’altra persona non cambia. Per gestire l’ambivalenza è importante concentrarsi su se stessi, sui propri comportamenti e sulle proprie risposte automatiche, non perché questo possa essere il modo per cambiare finalmente il rapporto col partner (non è garantito), ma perché secondo la dottoressa Lindsay B. Jernigan è l’unico modo per crescere.
  3. Non analizzare ogni momento: quando si sperimenta e si fanno dei cambiamenti, si è tentati di considerare ogni minuto come un dato in grado di definire l’efficacia delle azioni intraprese ma il cambiamento significativo richiede del tempo.
  4. Liberarsi della paura di separarsi: la dottoressa sottolinea l’importanza della volontà di apportare dei cambiamenti nella relazione svincolandosi dalla paura della separazione dal partner nel caso in cui il processo di cambiamento non avesse un esito positivo anche per l’altro. Suggerisce di abbandonare tutti i condizionamenti socio-culturali che impongono l’unione della coppia come qualcosa di inviolabile e indissolubile.
  5. Accettare il dolore: qualsiasi percorso di cambiamento prevede fatica e dolore e per questo vanno accettati entrambi. Il dolore in particolare non indica che si sta facendo una scelta giusta o sbagliata, questa idea non fa che alimentare l’ambivalenza emotiva.
  6. Accettare l’incertezza: anche l’incertezza fa parte del processo di gestione dell’ambivalenza emotiva. In parte, questo è dovuto al fatto che il cambiamento fa semplicemente paura ed è difficile sentirsi sicuri di qualcosa di sconosciuto anche perché spesso non c’è un solo desiderio dentro sé stessi.
La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!