Allergia all'acqua: si può davvero soffrire di questa intolleranza?
Una vita senza poter fare un bagno caldo, un tuffo in piscina, una doccia rilassante: chi ha un'allergia all'acqua deve temere persino il proprio sudore.
Una vita senza poter fare un bagno caldo, un tuffo in piscina, una doccia rilassante: chi ha un'allergia all'acqua deve temere persino il proprio sudore.
Il corpo umano è composto in larga parte da acqua e proprio per questo motivo, e per la rilevanza di questo elemento nella vita dell’uomo sotto molteplici aspetti, appare impossibile che si possa essere a essa allergici. E invece, esistono dei rari casi in cui il contatto con l’acqua, in ogni suo genere e forma (piovana, marina, distillata, di rubinetto) genera delle ipersensibilità di diverso tipo.
Questo disturbo, una vera e propria allergia all’acqua, non intacca la sfera alimentare, perché le persone affette da questa intolleranza possono berla, ma devono ovviamente temere il mare, persino una doccia e la pioggia; le proprie lacrime e il proprio sudore sono nemici. Anche i normali lavori domestici, come lavare i piatti, diventano un’attività proibita. Come si può intuire, l’impatto sulla vita quotidiana è davvero molto forte.
Con l’espressione “allergia all’acqua” ci si riferisce principalmente all’orticaria acquagenica: ma non è il solo tipo di intolleranza esistente.
L’orticaria acquagenica è una patologia dermatologica di cui si sa ancora molto poco, nonostante la prima diagnosi sia stata fatta nel 1963. Da allora si è visto che ha un’incidenza maggiore nelle donne, che si manifesta per la prima volta durante la pubertà e che i suoi sintomi sembrano peggiorare con l’età. Il corpo, o meglio la pelle, reagisce quando entra in contatto con l’acqua esterna, indipendentemente dalla sua temperatura o composizione.
Dunque generano reazione sudore, pioggia, lacrime, acqua del mare così come della piscina. La reazione provocata si manifesta soprattutto sotto forma di eruzioni cutanee, gonfiori e così via. Il trattamento prevede l’utilizzo di antistaminici, ma soprattutto dell’omalizumab, anticorpo non specifico per questa allergia, ma che blocca gli effetti delle immunoglobuline E, responsabili di diverse altre allergie particolarmente potenti.
Il contatto con acqua dolce o salata può anche generare il cosiddetto prurito acquagenico, una forma di sensibilità estrema all’acqua. Dopo il contatto, la pelle di chi è affetto da questa patologia rilascia una notevole quantità di acetilcolina, un neurotrasmettitore che accentua al massimo la sensibilità del derma. Si scatena così un irrefrenabile prurito doloroso, cosi intenso da sfociare in lesioni da grattamento e ispessimento della pelle. Identificata negli anni ’80, le cause di questa patologia non sono ancora note e non esistono farmaci specifici per il trattamento. Ci sono, però, tutta una serie di accortezze e precauzioni, da portare avanti per tutta la vita: evitare saponi troppo aggressivi, assumere un antistaminico prima di ogni esposizione all’acqua, lavarsi con acqua miscelata a bicarbonato di sodio, non usare profumi;
L’acquadinia è invece una patologia che si manifesta con una forte sensazione di bruciore, dopo 10-30 minuti dal contatto con l’acqua. Questa sensazione colpisce prevalentemente gli arti (sia inferiori che superiori), e tende a scomparire nel giro di 60 minuti. I sintomi di questo disturbo non sono manifesti ed è quindi molto complicata la diagnosi.
A oggi non si conoscono le reali cause scatenanti dell’allergia all’acqua. Potrebbe essere dovuta a una reazione tra una sostanza sconosciuta disciolta al suo interno e la pelle umana. L’unica conclusione a cui hanno portato le ricerche, è che la reazione è certamente legata alla degranulazione dei mastociti (cellule del tessuto connettivo), cioè al rilascio dell’istamina, responsabile della comparsa dei pomfi e del prurito.
Si manifesta con pomfi pruriginosi di diametro 1-3 mm, rigonfiamenti, rossori che spariscono nel giro di mezz’ora – un’ora. Le parti più interessate sono collo, parte superiore del tronco, braccia. Purtroppo, generano molto fastidio, spesso prurito, per questo sarebbe preferibile riuscire a non grattarsi né toccarsi, per non accentuare la problematica.
Ancora oggi non esistono cure per questa rara condizione e proprio la sua rarità rende difficoltoso il progredire della ricerca e degli investimenti. L’unico modo, per i pazienti, è procedere con lozioni e medicinali che possano prevenire la comparsa dei sintomi o alleviarli quanto più possibile. Solitamente si procede con oli e creme, i quali creano una sorta di “barriera” sulla pelle: in questo modo si può fare un bagno o una doccia veloci. I medici possono prescrivere antistaminici e corticosteroidi topici.
Queste, sono le storie di persone che devono costantemente prestare la massima attenzione a evitare il contatto con la cosa forse più naturale del mondo: l’acqua.
Rachel Warwick soffre di orticaria acquagenica da quando ha 12 anni. Si accorse che qualcosa non andava quando, dopo una nuotata in piscina, notò una strana eruzione cutanea. L’esame confermò l’ipotesi del suo medico: allergia all’acqua. Da quel momento la sua vita è cambiata. Non può fare lavori domestici che implichino il contatto con l’acqua (come lavare i piatti), non potrebbe fare la doccia (si limita a una volta a settimana e per il minor tempo possibile), non può fare sport (perché altrimenti suderebbe).
L’orticaria acquagenica causa ad Alexandra Allen incessanti bruciori alla pelle, che reagisce al sudore, all’umidità dei vestiti, persino alle sue stesse lacrime. Non sapendo se i sintomi siano collegati anche all’acqua che ingerisce, cerca di berne il meno possibile. L’ultima volta che ha pianto aveva 15 anni ed è stato guardando la scena iniziale del film Disney Up: “C’è una scena dove la moglie di un uomo anziano muore e io cominciai a piangere a dirotto. I miei occhi si sono gonfiati al punto che non riuscivo più a vedere. Non ho finito il film e non ho mai più pianto. Ho smesso e basta”. Oggi di anni ne ha 22 e ha dovuto rinunciare ai suoi sogni perché, per uno strano scherzo del destino, da bambina sognava di entrare in Marina o di lavorare come biologa marina, a contatto con l’acqua, che amava moltissimo.
Giornalista e speaker radiofonica, scrivo tanto e chiacchiero ancora di più. Eterna indecisa e inguaribile romantica, vivo la vita in un precario equilibrio tra pessimismo cosmico e sincero entusiasmo.
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