Singhiozzo, a cosa serve e i segnali che ci lancia
Si verifica per la contrazione involontaria del diaframma, seguita dalla chiusura della glottide: è il singhiozzo. Ecco a cosa serve e perché si manifesta.
Si verifica per la contrazione involontaria del diaframma, seguita dalla chiusura della glottide: è il singhiozzo. Ecco a cosa serve e perché si manifesta.
Il termine medico specifico è flutter diaframmatico sincrono (FDS), dal latino singultus, ma altro non è se non il singhiozzo. Si verifica a causa della contrazione involontaria del diaframma (la membrana che separa la gabbia toracica dall’addome). A questa fa seguito una brusca chiusura della glottide (spazio corrispondente all’imbocco delle vie aeree). Proprio questa chiusura genera quel piccolo rumore caratteristico, una sorta di ‘hic’.
Generalmente questo disturbo passa da solo dopo qualche minuto, tuttavia può succedere che la durata si protragga più del normale, anche diverse ore o addirittura giorni. In quel caso diventa indispensabile il consulto di un medico perché il singhiozzo cronico e persistente potrebbe essere sintomo di altre patologie.
Il singhiozzo compare per diversi motivi:
Il singhiozzo nei neonati è probabilmente dovuto all’immaturità delle fibre nervose, che le rende estremamente sensibili. Lo spasmo si presenta spesso già durante la vita intrauterina.
I motivi che lo scatenano possono essere diversi: la sensazione di freddo che il piccolo avverte in certe situazioni, ad esempio, oppure una distensione eccessiva dello stomaco provocata da un’eccessiva quantità di aria ingerita durante la poppata. Si tratta di un fenomeno naturale, insomma. Le mamme possono farlo passare da solo o intervenire, se innervosisce il piccolo, gli impedisce di dormire o si prolunga eccessivamente.
In quel caso si può procedere, ad esempio, somministrando qualche goccia d’acqua tiepida. Se è molto frequente e va oltre i 15 minuti potrebbe essere segno di un’iperacidità gastrica oppure di un’ernia iatale.
Il singhiozzo persistente e cronico è quello difficile da placare con i rimedi tradizionali, capace di protrarsi per diverse ore o giorni. In questo caso rivolgersi al medico è doveroso per indagare circa le cause del disturbo. Infatti il singhiozzo rappresenta un campanello d’allarme di diverse patologie e può avere conseguenze negative sull’alimentazione e la respirazione.
Le più frequenti cause riguardano disturbi o malattie dell’apparato digerente come la gastrite e il reflusso gastro-esofageo. Nel primo caso si tratta di un’infiammazione della mucosa che riveste le pareti dello stomaco. Nel secondo il contenuto dello stomaco tende a spingersi verso l’alto. Altra causa potrebbe essere un malfunzionamento a livello dei centri nervosi, magari l’occlusione di un vaso sanguigno che rende difficoltoso l’afflusso di sangue. O ancora una pericardite, l’infiammazione della membrana che riveste il cuore e che si chiama appunto pericardio. In alcuni casi il fattore stress gioca un ruolo determinante.
Per quanto riguarda le terapie, si procede a seconda dei risultati degli esami specifici (radiografia del torace, elettrocardiogramma, gastroscopia, risonanza magnetica).
Giornalista e speaker radiofonica, scrivo tanto e chiacchiero ancora di più. Eterna indecisa e inguaribile romantica, vivo la vita in un precario equilibrio tra pessimismo cosmico e sincero entusiasmo.
Cosa ne pensi?