Il termine “Psicologia” deriva dal greco e tradotto letteralmente significa “lo studio dello spirito o dell’anima“.

Tale disciplina, dal ‘900 in poi, è stata utilizzata in sempre più campi d’applicazione, concentrandosi di volta in volta in diversi ambiti e tra questi c’è anche lo sport: un connubio che viene definito Psicologia dello Sport.

Secondo lo Statement dell’International Society of Sport Psychology essa riguarda quella tipologia di attività che hanno come obiettivo, quello di comprendere e stimolare il comportamento delle persone praticanti sport o più in generale attività fisica.

Essa si rivolge dunque sia a coloro che svolgono l’attività a livello amatoriale e sia a quelle impegnate a livello agonistico e si impegna a:

  1. comprendere i processi psicologici che guidano la prestazione motoria;
  2. analizzare i modi attraverso cui può venire stimolato l’apprendimento incrementando le prestazioni;
  3. studiare in che modo le percezioni psicologiche ed i risultati possono essere efficacemente influenzati.

La Psicologia dello Sport si muove a cavallo tra le scienze dello sport e la scienza psicologica, essa è dunque in grado di operare su più livelli.

Applicare costrutti psicologici allo sport è possibile?

La prima domanda è sempre: è possibile studiare, da un punto di vista scientifico, le prestazioni sportive?

La risposta è “sì” ed è rafforzata da molteplici studi e ricerche. Negli ultimi anni lo sviluppo tecnologico ha permesso alla Psicologia dello Sport di utilizzare un insieme di strumenti e di raccogliere dati in grado di comprendere sempre meglio la prestazione sportiva in tutte le sue sfaccettature e le fasi di apprendimento dell’attività motoria stessa.

Sappiamo tutti che specialmente nelle gare di alto livello, dove la “macchina umana” è spinta al limite massimo delle sue possibilità, il miglior risultato possibile può essere raggiunto esclusivamente grazie ad una perfetta sincronia tra corpo e mente.

L’attività sportiva, intesa come un insieme di movimenti complessi, è senza dubbio il risultato dunque di un processo di elaborazione da parte del cervello delle informazioni provenienti dai nostri sensi. Ecco perchè è quindi importante utilizzare la Psicologia!

Utilizzare in “concreto” questa disciplina significa anche sperimentare, formulare ipotesi e implementare mezzi e strumenti così da essere sempre più in grado di aumentare la performance sportiva delle persone.

Come funziona la Psicologia dello Sport?

La metodologia si basa sull’analisi di atteggiamenti e comportamenti dell’atleta nell’ambiente sportivo e come essi influenzino la prestazione dello stesso.

Per questa ragione è fondamentale studiare la personalità dell’atleta e le sue motivazioni, mettere in relazione le caratteristiche psicologiche individuali con ogni specifico sport, esaminare ulteriori aspetti come fantasie, pensieri ed ansie… come per esempio l’ansia da prestazione (un’attivazione ansiogena elevata che precede la performance) e la gestione dell’umore dell’atleta.

Inizialmente quindi si lavorerà su un’indagine di tipo personale, utile per valutare attitudini, capacità e per individuare eventuali disturbi di base con lo scopo di evidenziare o escludere la presenza di tratti o sintomi di psicopatologia e di fornire indicazioni sulle capacità legate all’immaginazione, all’attenzione ed alla memoria.

È chiaro quindi che le caratteristiche dell’atleta devono essere considerate un punto di partenza fondamentale su cui poi costruire il lavoro sulla performance sportiva.

Puoi rivolgerti ad uno Psicologo dello Sport se…

Lo scopo finale della Psicologia Dello Sport è quello di valorizzare al massimo le capacità di ogni singola persona, evitando e superando l’utilizzo classico di allenamenti e stimolazioni identiche per ogni sportivo.

Lo Psicologo dello Sport è quindi una figura utile a chiunque, per esempio, senta l’esigenza di migliorare le proprie performance, abbia difficoltà di concentrazione, non sappia gestire il successo o l’insuccesso, non riesca a raggiungere gli obiettivi prefissati….

Ed è un professionista utile sia al dilettante che non riesca a vivere lo sport in maniera serena o non si senta motivato, sia all’atleta professionista che senta il bisogno di superare i suoi limiti o gli ostacoli che gli pone davanti la sua psiche.

Se siete curiosi, provate ad informarvi sul team di professionisti che segue il vostro sportivo preferito… chissà, magari uscirà fuori che anche loro hanno al seguito uno psicologo dello sport!

 

Scritto in collaborazione con il Dott. Marco Borghese

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