Niente epidurale. Basta un paio di occhiali e il dolore del parto non c'è più
Erin Martucci ha partorito naturalmente avvalendosi di qualcosa di completamente nuovo: un paio di occhiali per la realtà virtuale per partorire senza dolore.
Erin Martucci ha partorito naturalmente avvalendosi di qualcosa di completamente nuovo: un paio di occhiali per la realtà virtuale per partorire senza dolore.
Il parto è la nostra croce e la nostra delizia. Far nascere i nostri piccoli miracoli equivale a sperimentare un dolore che non tutte sopportano. Per questo, molte di noi hanno accolto con gioia l’epidurale, anche se per altre solleva molti dubbi. Ma se si potesse partorire senza dolore e senza ricorrere all’epidurale? Ciò che appare utopia è invece realtà, anche se da poco tempo: bastano un paio di occhiali molto speciali per raggiungere questo risultato. Questi occhiali per partorire senza dolore sono in realtà rappresentati da una sorta di mini casco per la realtà virtuale, ma andiamo con ordine.
Si chiama Erin Martucci la prima donna a sperimentare questa nuova pratica. Erin ha 40 anni ed era andata a partorire nell’Orange Regional Medical Center di Middletown, nello stato di New York. Qui opera il suo ginecologo, Ralph Anderson, che ha fatto sì che Erin fosse la pioniera del parto senza dolore né epidurale.
È successo tutto in maniera abbastanza lineare. Una volta che sono cominciate le doglie, Erin si è recata all’ospedale, dove le hanno messo questi occhiali per la realtà virtuale, dopo che lei ha rifiutato l’epidurale appunto. E da quel momento lei non ha visto altro che ciò che era in questi dispositivi. Non il marito, non la madre, non il personale ospedaliero. Solo uccelli, la spiaggia, e una voce che la guidava nel relax e nella corretta respirazione. Finché la sua dilatazione non è arrivata al punto giusto e la testina del bimbo ha iniziato a fare capolino dalla vagina di Erin. In pratica, la parte peggiore del travaglio, tutta l’attesa con le doglie, è volata in un lampo, con la donna immersa nella realtà virtuale. E la voce guida ha avuto un grosso ruolo.
Con questi innovativi occhiali, quindi, sembrerebbe proprio che le folli lotte fra mamme su quale parto sia il migliore (cesareo o naturale) siano destinate a sparire.
Si ha voglia di ascoltarla – ha spiegato Erin in relazione alla voce guida – Mi ricordo che ha posto l’attenzione sul respiro e sul corpo che doveva essere teso e rilassato, teso e rilassato. Continuava a dire: concentrati sugli uccelli. Era molto calmante. Mi ha insegnato come respirare e essere davvero in contatto con il corpo.
Ma com’è possibile che questa donna abbia ottenuto un simile risultato? Mentre Erin indossava gli occhiali, il suo ginecologo monitorava le contrazioni in remoto e controllava il suo stato di salute – oltre quello del nascituro. E il medico si è accorto che lei era pronta a spingere quando il suo respiro e il suo dolore si sono fatti più intensi. Per cui non si tratta esattamente di partorire senza dolore alcuno, quanto di eliminare quel paio d’ore di travaglio concentrandosi su qualcosa di estremamente piacevole. E poi è accaduto davvero qualcosa di estremamente piacevole: la nascita della secondogenita di Erin, una bimba.
Ovviamente – ha raccontato la donna – sapevo che stavo sopportando un po’ di contrazioni e alla fine ho saputo che il mio corpo mi stava dicendo che ero pronta, ma non mi sarei mai aspettata di indossare gli occhiali per tanto tempo. Mi hanno calmata e aiutata a respirare e davvero concentrata nel superare il travaglio.
Lo studio di Anderson sulla realtà virtuale per partorire senza dolore è iniziato la scorsa estate, ma solo Erin Martucci si era dimostrata la candidata ideale per la prova, perché ha rifiutato fermamente l’epidurale. Dopo di lei, la realtà virtuale è stata utilizzata su una donna che stava per dare alla luce il suo quarto figlio. Gli occhiali per la realtà virtuale sono prodotti dall’azienda AppliedVR, che è partner con ospedali e università per lo studio della terapia del dolore inutile. È insolito che si sia pensato al parto come utilizzo della realtà virtuale, ma si è reso tutto necessario, dato che sono in aumento le donne che vogliono partorire naturalmente e non affrontare un cesareo programmato. La realtà virtuale costituisce un’alternativa molto valida all’epidurale.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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