Neofobia alimentare, chi ce l'ha ha paura e rifiuta di provare nuovi cibi e sapori
Soffrire di neofobia alimentare non significa essere semplicemente schizzinosi, gli effetti del disturbo causano molteplici conseguenze.
Soffrire di neofobia alimentare non significa essere semplicemente schizzinosi, gli effetti del disturbo causano molteplici conseguenze.
Queste persone provano una vera e propria paura verso cibi e pietanze sconosciute e il loro disturbo ha delle ripercussioni sia nell’alimentazione sia nelle relazioni sociali. Ecco in cosa si caratterizza la neofobia alimentare e come fare a combatterla.
La neofobia è la paura di tutto ciò che è nuovo. Nella sua forma più lieve può manifestarsi come riluttanza a provare cose nuove o a rompere la routine e si riscontra spesso nei bambini piccoli e nelle persone anziane.
Alla luce di questo la neofobia alimentare fa riferimento alla paura di provare nuovi cibi e sapori che non rientrano nella propria comfort zone e nelle proprie abitudine. Questa riluttanza è stata studiata per comprendere le difficoltà che alcuni individui affrontano nella loro alimentazione.
Si potrebbe assumere che avere la neofobia alimentare significhi essere un po’ schizzinosi, dai gusti difficili, invece non è così: la neofobia alimentare si distingue dall’alimentazione schizzinosa perché chi soffre di questa fobia prova paura per il fatto che gli alimenti sono nuovi o poco familiari vivendo una condizione in cui le preferenze sono opprimenti comportando anche un impatto a livello relazionale (come l’evitamento di situazioni conviviali con il cibo), mentre chi è più esigente evita spesso cibi comuni, con i quali ha comunque una familiarità e che non gli procurano alcun scompenso emotivo.
Uno studio intitolato Consumer segmentation based on food neophobia and its application to product development ha rilevato che gli individui con livelli alti di neofobia alimentare fanno parte di un gruppo specifico di consumatori caratterizzato da profonde avversioni dal punto di vista sensoriale oltre che alla paura di conseguenze negative a seguito del consumo di cibi sconosciuti.
Non è ancora chiaro quali siano esattamente le cause che portano all’insorgenza della neofobia alimentare, però sono state comunque individuate delle combinazioni di fattori biologici, psicologici e ambientali: ad esempio varie condizioni genetiche, le predisposizioni individuali della personalità, il livello di familiarità del bambino con il gusto, il momento e il metodo di introduzione di nuovi alimenti e l’atteggiamento dei genitori nei confronti del cibo.
Un articolo pubblicato su The American Journal of Clinical Nutrition ha evidenziato la relazione tra neofobia alimentare e autismo. Nello specifico i soggetti autistici manifestando poca flessibilità di pensiero e una difficoltà nell’affrontare i cambiamenti potrebbero soffrire di questo disturbo, serbando per un periodo di tempo più lungo la fobia di approcciarsi verso nuovi cibi.
Oltre a questo, anche un altro aspetto viene messo in evidenza: la persona autistica tende a manifestare delle preferenze più rigide verso colori, sapori e consistenze specifici che la portano a rigettare completamente alcuni cibi che hanno determinate caratteristiche invece di altri.
In un articolo della Tulane University School of Medicine di New Orleans stima che il 25% dei neonati e dei bambini sia affetto da qualche tipo di disturbo alimentare. La letteratura scientifica si è occupata di gravi restrizioni alimentari dovute al rifiuto di provare nuovi alimenti quasi esclusivamente per quanto riguarda i neonati e i bambini piccoli con malattie significative o disabilità dello sviluppo che hanno contribuito in larga misura alle difficoltà di alimentazione.
Tuttavia esiste una neofobia alimentare anche in quei bambini che hanno sviluppato modelli di alimentazione normali. Questi bambini si sentono a proprio agio nel mangiare solo un numero limitato di alimenti e sviluppano un’avversione cognitiva e comportamentale nei confronti di nuovi cibi. Questi bambini sono caratterizzati da un temperamento mite, triste, timido e un approccio negativo nei confronti dei cibi nuovi.
Ad aumentare il senso di disagio concorrono anche la percezione del pericolo nei confronti di ciò che non si conosce e la conseguente predilezione per i cibi familiari, l’ansia verso la sperimentazione e il bisogno di controllo. Anche il comportamento alimentare dei genitori è cruciate, in quanto influisce profondamente sui gusti e sugli approcci al cibo da parte del bambino, che li assorbe riproponendoli a sua volta.
Negli adulti la neofobia alimentare si manifesta con diversi comportamenti che oltre a condizionare il proprio modo di nutrirsi interferiscono anche con la sfera relazionale:
La neofobia alimentare comporta diversi rischi e conseguenze negative sulla salute e sulla nutrizione sia nei bambini che negli adulti. Alcuni dei rischi e delle conseguenze più comuni della neofobia alimentare includono:
La neofobia alimentare può essere superata con l’aiuto di alcune tecniche e strategie che stimolano una maggiore tolleranza ai nuovi sapori e alimenti. Ecco alcuni suggerimenti:
L’esposizione graduale a nuovi sapori e alimenti, in piccole quantità e in un ambiente confortevole e supportato, può aiutare a sviluppare gradualmente una tolleranza e una preferenza per i cibi precedentemente sconosciuti.
Coinvolgere attivamente i bambini o gli adulti nella scelta e nella preparazione del cibo può stimolarli a provare nuovi cibi aiutando al contempo nello sviluppo di un senso di controllo e autonomia nella scelta alimentare.
Ricavarsi un ambiente, uno spazio che sia il più confortevole e rilassato possibile dove consumare i pasti può aiutare a ridurre l’ansia e la resistenza ai nuovi alimenti.
Nel trattamento della neofobia alimentare negli adulti è stata dimostrata l’efficacia di un approccio cognitivo-comportamentale completo che comprende training di rilassamento, desensibilizzazione sistematica con immagini positive ed esposizione in vivo di alimenti sconosciuti in accompagnamento da una consulenza nutrizionale.
Rendere il cibo divertente e interessante attraverso la presentazione creativa dei piatti o la creazione di ricette personalizzate può essere di grande aiuto per aumentare l’interesse e la motivazione a provare nuovi alimenti sia negli adulti che nei bambini.
Lettrice accanita, amante dell'arte e giornalista. Ho da sempre il pallino per la scrittura.
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