Se da un lato la discriminazione delle donne lesbiche avviene con modalità diverse rispetto ai maschi omosessuali, essa raggiunge una dimensione preoccupante quando si parla di tutela della salute. Perché esistono e resistono su esse retaggi che sono completamente a-scientifici e riguardano i pregiudizi che queste donne devono affrontare ogni giorno. Talvolta questi pregiudizi interessano il personale sanitario e questo rappresenta davvero un grande problema.
Pensare che le donne lesbiche non abbiano bisogno di contraccettivi – in particolare quelli che contemporaneamente tutelano da malattie sessualmente trasmissibili è ad esempio un grandissimo pregiudizio. Ma ce ne sono altri, magari meno evidenti e più striscianti, che non cambiano la sostanza. Quindi International Lesbian Gay Bisexual Trans and Intersex Association (Ilga) di Bruxelles ha compilato un vademecum per capire di cosa abbia bisogno la salute delle donne lesbiche e sfatare su di loro altri miti che però non c’entrano con la salute tout court. In Italia, il vademecum è stato diffuso da Arcilesbica.
La salute – spiega Patricia Curzi la coordinatrice dei progetti Ilga, che appunto si cura della salute delle lesbiche – non è immune dalla creazione di falsi miti; e quando si tratta della salute delle donne lesbiche, ci scontriamo spesso con molti stereotipi legati all’orientamento sessuale e al genere che possono avere conseguenze negative sulla salute delle lesbiche.
Sfortunatamente, a causa della mancanza di informazione e di campagne di sensibilizzazione, alcune convinzioni non corrette e alcuni pregiudizi sono diffusi dalle stesse donne lesbiche, oltre che da alcuni professionisti della salute.
Sfogliamo insieme la galeri per scoprire quali siano questi pregiudizi e quali siano modi e mezzi per sfatarli.
Le visite ginecologiche
Le donne lesbiche ricorrono statisticamente meno a regolari controlli ginecologici rispetto dalle donne etero, stando a Ilga. In realtà, il pregiudizio da parte delle stesse pazienti è dovuto al fatto che le visite ginecologiche vengono associate solo a contraccezione e gravidanza. In realtà le visite sono fondamentali per la prevenzione e la lotta alle malattie sessualmente trasmissibili e lo screening e la diagnosi precoce di alcuni tumori femminili, come il cancro al seno e quello al collo dell’utero.
Il tumore al seno
Le lesbiche sono maggiormente esposte al rischio di tumore al seno perché statisticamente allattano di meno, facendo meno figli delle etero. Sembra infatti che diversi studi abbiano scoperto come l’allattamento al seno riduca il rischio di tumori, sia per la mamma che per il bambino.
Il rischio Hiv
Anche le lesbiche possono contrarre l’Hiv: ci sono infatti alcune pratiche che possono portare all’infezione, anche se statisticamente parliamo di molte meno persone a rischio rispetto a eterosessuali e a maschi gay. Tuttavia il rischio c’è e non si deve sottovalutare.
Malattie a trasmissione sessuale
Lo stesso vale per le malattie a trasmissione sessuale: le lesbiche non vi sono immuni, soprattutto considerato che non tutte queste infezioni (come l’epatite per esempio) vengono necessariamente dal contagio durante un rapporto sessuale.
Le “vere” lesbiche
Non cedete al retaggio per cui una lesbica debba per forza vestire in modo mascolino. Ognuna ha il suo stile e il suo aspetto. Questo tipo di pregiudizi possono arrivare a toccare la salute di una donna, perché anche i medici potrebbero pensare conclusioni errate nel vedere l’aspetto di una paziente.
Le relazioni
Alcuni sono convinti che le relazioni lesbiche siano meno sincere e durature di quelle etero. Certo, in tutte le relazioni, etero e omo, ci sono persone che non vogliono legami e che hanno voglia solo di divertirsi, ma quando parliamo di lesbiche dobbiamo ricordare che parliamo anche di amore, di persone che si vogliono bene e decidono di dividere insieme una parte della loro vita.
Esattamente come per tutti gli orientamenti sessuali: ognuno gestisce la propria relazione come meglio crede e come meglio sente. Anche questo può essere oggetto di pregiudizi e commenti indelicati da parte di qualche ginecologo abituato a confondere l’amore con il piacere.
Tumori
Dicevamo, i tumori non guardano l’orientamento sessuale e la trasmissione del virus che causa uno dei tumori al collo dell’utero viene trasmesso per via sessuale anche tra le donne lesbiche. È bene tenere presente i fattori di rischio (anche per il tumore al seno), come l’età superiore a 50 anni, avere avuto tumori in famiglia, un figlio dopo i 30 anni o non aver avuto figli, il menarca precoce, la menopausa tardiva, il sovrappeso, lo stile di vita sedentaria, l’abuso di alcol e tabacco.
Il vaccino contro l’Hpv può aiutare a tutelarsi contro il principale veicolo di trasmissione del papilloma virus, che è responsabile di una parte dei tumori al collo dell’utero. Un altro mezzo di prevenzione sono i rapporti sessuali protetti, naturalmente anche tra donne.
Hiv, Mst e penetrazione
Non è che la penetrazione – tra uomo e donna – sia l’unico modo per contrarre Hiv e malattie sessualmente trasmissibili. La prevenzione passa anche per dental dam e fazzoletto in latex – quando parliamo di cunnilingus o anilingus e nel caso di penetrazione, con le dita o con uno strap on, attraverso un preservativo. Esiste comunque un trattamento di emergenza, la profilassi post-esposizione che può tutelare entro 72 ore da un rapporto sessuale non protetto.
Depressione e dipendenze
Depressione e dipendenze possono rappresentare un pericolo per molte lesbiche. La depressione può insorgere a causa delle discriminazioni cui queste donne sono sottoposte quotidianamente, mentre le dipendenze sono legate alla partecipazione a festini e party (anche questo in comune con gli etero). È molto importante il ruolo svolto da Ilga, ma anche di tutte le associazioni Lgbt o legate alla salute per via del loro ruolo informativo su questi argomenti.
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