“Fino a qui tutto bene”: il cancro raccontato da Sabrina Paravicini
Sabrina Paravicini ha deciso di condividere su Instagram la sua lotta contro il tumore al seno, e ha deciso di parlare anche in un libro della sua esperienza.
Sabrina Paravicini ha deciso di condividere su Instagram la sua lotta contro il tumore al seno, e ha deciso di parlare anche in un libro della sua esperienza.
Con grande coraggio e il suo splendido sorriso sempre sulle labbra, Sabrina Paravicini si racconta su Instagram senza filtri, come ha sempre fatto. Non ha paura di mostrare il suo lato più fragile, i suoi momenti di debolezza e la sua testa rasata, quando la chemioterapia cui si è dovuta sottoporre ha fatto il suo corso e le ha “rubato” i capelli. Perché Sabrina sta lottando contro quel brutto male chiamato tumore, ma è una forza della natura e non si è mai lasciata abbattere.
Da quando, il 5 febbraio del 2019, ha annunciato di aver ricevuto quella diagnosi, i suoi fan hanno sempre seguito con attenzione e commozione i suoi bellissimi messaggi, in cui narra la crudezza delle terapie ma anche la dolcezza delle infermiere che la assistono, dei medici che l’hanno in cura e dei tanti altri pazienti che, come lei, stanno affrontando a testa alta questo calvario.
E oggi ha raccolto tutta la sua esperienza in Fino a qui tutto bene. Un viaggio difficile, ma straordinario, libro uscito il 22 settembre 2020 per Sperling&Kupfer.
L’uscita del libro era stata annunciata dalla stessa Sabrina in un bel post Instagram che mostra un collage di sue immagini, tra vita privata e professionale.
E il giorno è arrivato, oggi esce FINO A QUI TUTTO BENE. Sto ricevendo i vostri messaggi ed è come se fosse il mio compleanno. È una sensazione di calore nel cuore. GRAZIE, Quante cose sono successe in questo ultimo anno. Così tante a ognuno di noi che sembra impossibile elencarle. Per me è stata la diagnosi, la paura, la cura, gli amici di chemio, il film, i capelli persi e poi ricresciuti, la fatigue, la solitudine che diventa un ‘pieno’ ma sopratutto l’amore. L’amore di Nino, l’amore per Nino e grazie a questo amore ho ritrovato quella Sabrina che mi ero persa per strada. Per voi?
Con questo libro darò un contributo alla ricerca di @airc.it
Che Sabrina fosse una donna forte e coraggiosa lo sapevamo già. L’attrice, che abbiamo conosciuto nei panni dell’infermiera Jessica nella fiction Un medico in famiglia, ha combattuto e sta tuttora combattendo al fianco di suo figlio Nino, a cui è stata diagnosticata la sindrome di Asperger, e proprio per lui ha deciso di affrontare il cancro abbandonando paure e scoramento, sempre con il sorriso sulle labbra. Sul tema dell’Asperger la donna ha peraltro scritto un libro, edito da Rizzoli e intitolato Io ragiono con il cuore, ma in realtà sono nove in tutto le fatiche letterarie pubblicate in carriera da Sabrina, che è anche una brava sceneggiatrice e regista. Fino a poco tempo fa, la sua lotta era quella di tutte le famiglie che hanno tra i loro cari qualcuno che soffre di autismo.
Ora, Sabrina si concentra anche su un’altra durissima battaglia, quella contro il cancro. Dopo essere uscita allo scoperto su Instagram, l’attrice non ha lesinato dettagli sulla sua storia, aprendo il suo cuore a tutti coloro che desiderano starle vicina, anche solo virtualmente. E condividendo post come questo, giunta finalmente al termine della chemioterapia, che hanno toccato il nostro animo:
Estate 2018 VS Estate 2019. Meno capelli ma occhi più sorridenti. Sembra strano ma la chemioterapia si è portata via la malinconia degli anni passati. Forse anche quel dolore dei lutti non elaborati di mio padre e mia sorella scomparsi a poche settimane l’uno dall’altra esattamente 30 anni fa. Dolore che pensavo di avere elaborato a mio modo, ma che invece era rimasto nell’epidermide, nella carne, nelle cellule. È come se negli ultimi sei mesi avessi vissuto più intensamente che negli ultimi vent’anni. Sicuramente è un pezzo di vita che mi ha insegnato più di quanto potessi mai immaginare. Che non dimenticherò mai più. Adesso sento di più, respiro di più, amo di più e adesso voglio di più.
Nella nostra gallery abbiamo raccolto i post più belli di Sabrina Paravicini:
Dopo aver rivelato su Instagram di avere il cancro, Sabrina ha tenuto costantemente aggiornati i suoi fan sul lungo percorso che ha davanti.
FOLLOW UP
Lo scrivo nel libro, non finisce con la fine della cura perché poi inizia il follow up. Altro giro, altra corsa. Sotto a chi tocca. Il giorno della TAC è pieno di pensieri. Paure, emozioni diverse. Il mio primo pensiero è stato di non sentire male con l’inserimento dell’ago cannula. Così mi sono spalmata la crema anestetica ovunque e sono andata a fare l’esame.
Il mio infermiere preferito mi infila l’ago in un punto dove non avevo messo la crema. Dolore fino alle lacrime. Ma resisto. Non succede nulla. Il sangue non esce. La vena è dura e vuota. Altro buco. Questa volta va bene ma comincio a sentire che la vista si annebbia. Dico ‘forse sto svenendo’ e mi ritrovo distesa sul lettino senza respiro e con una flebo attaccata.Sono a digiuno ed è quasi mezzogiorno. Mi riprendo. Devo anche bere una specie di farmaco che ha dentro il mezzo di contrasto. Mi dicono che è amaro. Sorrido. Dico “ci manca solo la medicina cattiva di Pinocchio” ridiamo tutti. Bevo. Dopo 10 minuti sono dentro l’anello della TAC. Il liquido di contrasto entra in vena, mi brucia la gola, l’inguine, le mani, lo stomaco e l’interno delle guance.
Finisce tutto dopo quindici minuti. Prendo la macchina e torno a casa. Ora sono sul divano. Stanca.
Per oggi può bastare.
Per oggi tutto bene.
Mi mancano molto – scrive Sabrina in un post – Mi manca l’aspetto che avevo con i capelli che dalla fronte ricadevano sulle spalle a incorniciare il viso. Perché i capelli ci definiscono, ci danno coraggio, ci proteggono nei giorni in cui vorremmo essere trasparenti oppure ci fanno sentire belle, bellissime appena usciamo dal parrucchiere dopo una piega o una tinta. Per me era così. Questa è una di quelle foto che mi facevo dopo essere stata dal parrucchiere: tornavo a casa felice, con i capelli lucidi e la sensazione di essere più giovane.
Torneranno, lo so, con un po’ di pazienza. Tanta pazienza.
Qualche settimana fa, dopo 12 cicli di chemioterapia, l’attrice ha finalmente annunciato di aver finito con i farmaci:
E quindi la chemio è finita. Finita. E quindi tra un po’ mi ricresceranno i capelli, le ciglia, le sopracciglia, i peli sulle gambe, sotto le ascelle e sul pube che non me ne era rimasto mezzo. E quindi dalla prossima settimana non ci sarà più la fatigue. Ricomincerò a sentire le dita delle mani e dei piedi, riacquisterò tutta la vista e tutto l’udito. Il gusto dei sapori che ora sanno di ferro. Non mi uscirà più sangue dal naso ogni volta che me lo soffio. […]
È finita una fase del protocollo, la chemioterapia, ma martedì sarò di nuovo qui a fare il farmaco biologico ed è per questo che non ho pianto, perché rivedrò i miei compagni di chemio, le infermiere, Elena la mia dolce infermiera, l’oncologo che mi hanno accudita con cura e affetto. È finita una tappa durissima, difficile e dolorosa, ora si va avanti: esami diagnostici, intervento, radioterapia e il farmaco biologico fino a maggio 2020.
Oltre alla fine della terapia, il dono più grande per Sabrina è stato poter riabbracciare suo figlio:
FINALMENTE. Dopo un mese di nuovo tra le mie braccia! Ti ritrovo più alto, più bello, più grande. ‘Mamma sono a tua disposizione, chiedimi tutto quello che vuoi’. ‘Brindiamo, credo di essere già ubriaca’. Nino è la mia felicità.
A pochi giorni dalla sua ultima seduta, Sabrina ha mostrato ai fan i suoi primi, nuovi capelli che stanno crescendo:
La felicità nel vedere i capelli che lentamente stanno finalmente crescendo. Non hanno un colore, è il colore indefinito di quelli dei bambini appena nati. Sono leggeri, morbidi e fragili. Di una consistenza che mi riporta indietro a quando Nino era appena nato. Oggi è lui che mi accarezza la testa con la stessa delicatezza che avevo io per lui neonato. Appena possibile farò una tinta. Vorrei farli biondissimi o rosa chiaro. Oppure castani.
È una rinascita che vorrei poter descrivere. Parte da dentro, dal centro del petto, si diffonde nel corpo, è attesa e vita insieme. È gioia. È felicità.
Con un’ironia che ha saputo tirar fuori incredibilmente anche in un momento così difficile, Sabrina ha descritto bene cosa accade nei giorni successivi alla chemioterapia:
Il giorno dopo la chemio c’è l’effetto del cortisone, io mi sveglio presto, sistemo la casa, scrivo, lavoro. Parlo al telefono senza fermarmi. Una mia amica ieri mi ha detto: ‘oggi è il giorno del cortisone vero?’. Ieri abbiamo anche girato un nuovo pezzo di B33, il film che stiamo girando su questo mio viaggio. E poi questa mattina arriva la fatigue. Il corpo improvvisamente cede, la testa è un po’ confusa. Passo dalla finestra al divano, dal divano al letto.
Vorrei fare qualcosa di più ma il corpo non mi segue. Ci ho messo due ore a fare quello che normalmente faccio in pochi minuti. Il caldo non aiuta. Questa foto è di ieri, sotto effetto cortisone, adrenalina in circolo: già pronta e truccata alle 9 del mattino. Oggi invece mi riposo. Niente trucco, niente lavoro, niente chiamate. Mi metto in ascolto del corpo, rispetto i suoi tempi di lenta ripresa. Lo ascolto e lo guardo. Me ne prendo cura. Ne assecondo il cambiamento.
Sabrina Paravicini è stata colpita da cancro al seno, una forma tumorale tra le più diffuse tra le donne:
Le statistiche dicono che una donna su sette ha un tumore al seno. Quando vado in un posto non posso fare a meno di contare quante donne ci sono intorno ma me, se ne conto più di 14 so che un’altra donna come me sta combattendo o ha già combattuto un cancro al seno. Il cancro è democratico, non fa distinzione. Non è una sfortuna ma è statistica, matematica.
Lo possiamo combattere con la prevenzione, con esami regolari, ogni sei mesi magari, con esami del sangue precisi che ci dicono se ci sono marcatori. Magari non si sfugge alla statistica ma almeno si possono fare interventi meno distruttivi, più conservativi. Magari si può evitare la chemioterapia e tutti i suoi effetti distruttivi. Fate prevenzione. Ascoltate il vostro corpo, il vostro istinto. Vi abbraccio dal mio letto colorato, oggi è un giorno SI.
Sabrina ha scoperto quanto sia importante il supporto delle persone che ci vogliono bene, e lo ha dimostrato raccontando una storia che ha quasi dell’incredibile:
I farmaci mi stancano. Ma voglio essere attiva. Tra poco prendo la macchina e vado a prendere una mia amica Cristina che sta facendo chemioterapia in ospedale. Quando a novembre ha scoperto di avere un tumore io non sapevo ancora nulla del mio. Ha fatto tre interventi e poi incredibilmente ho iniziato io prima di lei la chemioterapia.
Io il 25 febbraio e lei il 28, tre giorni dopo di me. Io di martedì, lei di venerdì. Quando posso e sto bene la vado a prendere e l’accompagno a casa. Non sempre riesco perché spesso la stanchezza mi impedisce di muovermi. Oggi sto bene. Posso farlo. In un modo un po’ sbilenco vorrei che sentisse che può contare su di me.
Uno degli effetti collaterali della chemio più pesanti da sopportare, perché va a intaccare la nostra immagine esteriore, è la perdita dei capelli:
‘Vedrai che al quattordicesimo giorno dopo la prima chemioterapia ti cadranno i capelli, ti conviene rasare subito’. La signora del negozio delle parrucche era stata categorica. ‘Aspetterò che cadano tutti, poi verrò a farmi rasare’ le avevo risposto sperando di non tornare mai. Ho atteso quattordici giorni e non succedeva niente, poi quindici, sedici, diciassette, diciotto. Al diciannovesimo giorno i capelli hanno cominciato a cadere. Era esattamente come mi avevano detto e non avevo capito. ‘Ti rimarranno in mano le ciocche’.
Ho sperato di essere l’eccezione che confermasse la regola, invece hanno cominciato a cadere, esattamente così, a ciocche. Una mattina sotto la doccia mi sono lavata i capelli e mentre mettevo il balsamo mi sono ritrovata con i capelli in mano.
Per far fronte alla caduta dei capelli, Sabrina aveva donato parte della sua chioma per preparare una parrucca. Ma non è stato sufficiente, così sono stati utilizzati i capelli donati da un’altra donna:
Il mondo è pieno di persone gentili. ‘Ciao cara Debora, non ci conosciamo, mi hanno preparato la parrucca da mettere nel periodo di chemioterapia, avevo dato i miei capelli, ma non sono bastati e quindi hanno aggiunto i tuoi. È una bella parrucca, un caschetto lungo e ramato. Sarà bello pensare di fare questo viaggio con un po’ della tua gentilezza. Ti ringrazio molto. Ti mando un abbraccio. Sabrina’
‘Gentile Sabrina, buon pomeriggio. Sono estremamente felice di aver ricevuto la tua email e di sapere di aver potuto contribuire a ciò, immagino proprio sia una bella parrucca. Ti faccio un grande in bocca al lupo per tutto, grazie ancora per la tua bellissima mail che mi ha fatto davvero emozionare. Saluti e abbracci. Debora’.
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