
Tutti i nomi che ci siamo inventate pur di non nominare le mestruazioni

Da sempre noi donne abbiamo inventato delle perifrasi per parlare delle mestruazioni. Perché fondamentalmente ce ne vergogniamo e questo è abbastanza insolito, perché le mestruazioni invece costituiscono un fatto naturale. La società maschilista non ha di sicuro aiutato nello sdoganare le mestruazioni dato che, essendo un affare esclusivamente femminile, non era degno di essere preso in considerazione o essere nominato con il temine adatto. Da qui la necessità di usare nomignoli, modi di dire, allusioni che in alcuni casi fanno persino sorridere, ma non dimentichiamo che di fatto servivano a tenere celato un fenomeno biologico del tutto naturale, con conseguente vergogna da parte della donna. In alcune parti del mondo si muore ancora per colpa dei retaggi stupidi riguardanti le mestruazioni (per esempio con il chaupadi).
Abbiamo raccogliamo un po’ di queste espressioni per capire come nascano – e anche come possiamo tornare a chiamare le mestruazioni con il loro nome. Alcune di queste perifrasi ci faranno sorridere, altre ci lasceranno interrogative – anche perché non di tutte siamo riuscite a ricostruire con esattezza il significato o l’origine.
Alcune sono infatti più immediate: ci sono quelle che fanno riferimento al fatto che le mestruazioni arrivino in determinati giorni del mese, seguendo quindi un calendario e analogamente alle fasi della luna. Altre perifrasi si riferiscono molto più spesso al sangue, con divagazioni di natura religiosa (il Mar Rosso) o politica (Stalin o la zia da Mosca). Scopriamole quindi insieme in questa gallery.
Sì, esattamente come il film di Dario Argento. È una sorta di metafora per descrivere le perdite di sangue durante il ciclo mestruale.
Un altro riferimento al sangue che viene direttamente dallo storico asso degli assi dell’aviazione tedesca. O al personaggio immaginario creato da un personaggio immaginario: Snoopy.
Forse è l’espressione più usata, anche dagli uomini. Perché ogni donna ha le mestruazioni, ma definirle «cose» sembra meno dettagliato, più vago e quindi non fonte di vergogna.
Quando arrivano i parenti non è mai troppo divertente e i disagi sono tanti. Proprio come durante le mestruazioni, tra dolori e fastidi vari.
Le mestruazioni arrivano ogni mese, in determinati giorni se si ha un ciclo regolare: è da qui che viene l’espressione.
I marchesi, infatti, erano soliti indossare delle palandrane rosso vivo per distinguersi dal popolo e rendere evidente il loro rango nobile.
Come dicevamo prima, per chi ha le mestruazioni regolari, queste ricorrono a intervalli di circa un mese (ora vedremo anche con precisione di quanti giorni). L’espressione risale al fatto che avere le regole, per una donna nubile, era sinonimo di aver scampato una gravidanza indesiderata o di aver conservato intatta la sua virtù (cioè di essere illibata, vergine).
Un nome inventato simpatizzanti di di destra che hanno voluto dare alle mestruazioni il soprannome del noto dittatore comunista, rosso ma anche sanguinario.
Il Mar Rosso non è propriamente rosso, ma il colore che è nel nome richiama il sangue.
L’indisposizione è un termine generico per dire che non stiamo bene – può indicare anche la stitichezza per esempio. Così si occultano le mestruazioni alle informazioni che diamo agli altri.
Dicevamo, le mestruazioni regolari: di norma ogni ciclo mestruale dovrebbe avere la durata di 28 giorni e un quarto, esattamente come le fasi della luna.
Secondo quanto riporta un articolo di Gruppo Macro, è una delle espressioni contenute nel Museum of Menstruation. Fa riferimento alla Guerra di Indipendenza Americana e quindi che arrivino gli inglesi non è una bella cosa.
Anche questa espressione è nel Museum of Menstruation. Fa riferimento agli attacchi di fame tipici dei giorni che precedono le mestruazioni.
È un’espressione australiana, che fa riferimento al fastidio di avere lavori in casa – e al fatto che la mucosa si sfaldi durante le mestruazioni, facendo fuoriuscire il sangue che l’ha nutrita durante il mese e dando così vita a una “ricostruzione interna” per così dire.
Le mestruazioni non portano buon umore, per via degli ormoni. Per questo in Canada dicono così.
Nella Repubblica Ceca si fa invece riferimento a un frutto rosso come il sangue mestruale.
In Finlandia accade qualcosa di simile alle mestruazioni nella Repubblica Ceca, ma cambia il frutto.
Questa fa il paio con Stalin e con le visite dei parenti. Si tratta di un’espressione polacca.
Come si legge nel libro del Signor Distruggere Le pancine d’amore, sui gruppi Facebook dedicati alle mamme è questa l’espressione maggiormente in voga. L’ovvio riferimento è al sanguinamento tipico delle mestruazioni – che però non sono esattamente trasparenti come la rugiada.
Quest’espressione e la prossima riguardano il menarca, che in effetti segna la linea di demarcazione tra fanciullezza ed età adulta – almeno biologicamente parlando. In altre parole, le prime mestruazioni ci farebbero passare dallo status di bambine a quello di signorine.
Altra espressione contenuta nel libro Le pancine d’amore. Si riferisce probabilmente al fatto che il menarca fa entrare la donna nella primavera anagrafico-biologica della sua vita.
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