"La menopausa indotta sta cambiando il mio corpo e io non sono pronta"
Di menopausa indotta si sa poco o niente. Eppure, molte donne la subiscono, per periodi di tempo più o meno brevi, o per sempre. Questa è la testimonianza di Milly.
Di menopausa indotta si sa poco o niente. Eppure, molte donne la subiscono, per periodi di tempo più o meno brevi, o per sempre. Questa è la testimonianza di Milly.
“Attualmente sto sperimentando la menopausa indotta.
Spesso pensiamo alla menopausa come a qualcosa che riguarda le donne anziane, ma la verità è che molte persone sperimentano la menopausa naturale o indotta molto prima.
È vero anche che:
Ho 26 anni e faccio iniezioni ogni mese per indurre la menopausa. Non sono vecchia, non sono una pensionata, non sono anziana o in una fase di rallentamento della vita… Voglio tenermi occupata, occuparmi di mio figlio al massimo e avventurarmi in cose nuove, ma in questo momento sto lottando.
Sono affaticata, con il dolore, con la nausea e ho a che fare con così tanti cambiamenti del corpo che stanno innescando la menopausa indotta. Il mio corpo si sente come se non fosse se stesso, ho paura di ciò che potrebbe innescare e mi sento piuttosto triste al riguardo (ha aperto alcune ferite che per guarire hanno bisogno di un duro lavoro su me stessa, fa parte del gioco).
Così tante persone hanno a che fare con così tante cose che potrebbero non essere visibili o sembrare ‘adatte all’età o al genere’, quindi credo che siamo solo dei maledetti… Dobbiamo imparare a provare un po’ di empatia. Abbi un cuoricino per quelli che ti circondano.
(Ho avuto un’isterectomia parziale nel senso che mi sono rimaste le ovaie, le sto rimuovendo dopo 4-6 mesi di menopausa indotta)”.
La testimonianza di Milly Bhaskara, una giovane mamma che su Instagram racconta molto della sua vita privata, confrontandosi su temi spesso anche molto delicati come quello della salute mentale, è sicuramente curiosa ma importante, perché affronta un argomento di cui si sa veramente poco.
La menopausa indotta, infatti, è una tematica medica spesso ignorata, ma che interessa una discreta percentuale di donne e rappresenta una buona fetta di quelle che rientrano nella menopausa anticipata. A decidere di indurre la menopausa contribuiscono diverse condizioni, prima tra tutte il tumore, in primis il carcinoma ovarico.
Chi si sottopone alla rimozione del carcinoma generalmente subisce un’isterectomia totale e l’eliminazione di entrambe le ovaie; proprio quest’ultimo fattore porterà a una condizione inevitabile di menopausa, a cui naturalmente un organismo non ancora pronto deve adattarsi.
Ma anche chi soffre di endometriosi potrebbe trovarsi ad affrontare periodi di menopausa indotta – già, perché, a seconda della terapia medica, e dell’età della paziente, il trattamento può essere reversibile – necessari affinché la malattia non avanzi, aggredendo anche organi che non appartengono all’apparato riproduttivo.
A differenza della menopausa naturale, che si presenta in modo graduale e dà tempo al corpo di “prepararsi”, a volte anche per anni, la menopausa indotta può avvenire in maniera molto repentina, e perciò essere anche più difficile da gestire, da un punto di vista fisiologico ed emotivo.
Per questo, il messaggio di Milly è davvero importante, soprattutto perché lei, facendosi paladina del body positive in molti dei suoi post, ripete spesso di aver imparato ad amare ed accettare il proprio corpo indipendentemente dai problemi che può avere, o dalle sue imperfezioni, e questo è sicuramente un segnale rincuorante per chiunque stia affrontando un percorso simile al suo.
Sfogliate la gallery per leggere alcuni dei post più significativi di Milly.
Il mio corpo sta cambiando.
La malattia e la menopausa indotta stanno cambiando ogni aspetto del mio corpo. Pensavo di essere pronta. Pensavo di essere preparata per il suo cambiamento.
Non penso di esserlo.Mentre aggiungo altre cicatrici, quando le dimensioni del vestito cambiano, quando appaiono i lividi, quando i muscoli diminuiscono e nuovi rotoli e linee stanno al loro posto, sento l’ansia che risale in superficie.
Anche sui social media abbiamo la tendenza a mostrare i nostri momenti ‘inediti/non instagramabili’ in modo sicuro, in modo monitorato, secondo la nostra scelta. Scegliamo le migliori. Le mie foto rilassate e inedite provengono da un rullino di oltre 30 foto. Non dimenticarlo.
Quindi oggi posterò la prima foto che ho scattato, e con ogni fibra del mio corpo non mi piace questa foto, il disagio e la vulnerabilità che provo aumentano ogni secondo, ma voglio sfidare questi sentimenti. Sfido gli standard di bellezza interiorizzati, la grassofobia interiorizzata e il bisogno interiorizzato di fare qualunque cosa, tranne che prendere peso. Sfido il disagio e lo sollevo, lo sollevo a me stessa e a tutti voi.
Il mio corpo sta cambiando e non c’è niente che io possa fare, non ne avrò paura. Non posso averne paura. Non posso lasciare che abbia la mia vita.
Entrambi queste pance sono mie.
Una alla volta nella vita.
Da una all’altra.
In entrambe queste foto amavo il mio stomaco.
In entrambe avevo una relazione sana con il mio corpo.Il cambiamento è difficile, ma è ancora più difficile quando siamo grassofobici, corrosi dall’idea che ingrassare sia semplicemente la cosa peggiore che una donna possa fare, l’idea ridicola che se una donna non dimagrisce o non cambia, si sta lasciando andare e sta diventando pigra e senza valore.
Voglio solo vivere. Voglio solo rotolare con la vita e i cambiamenti del corpo che porta inevitabilmente, voglio sorridere e apprezzare il mio corpo più di quanto lo odio… Il che non dovrebbe essere un concetto nuovo. Scendete dalle nostre dannate spalle e fateci vivere. Il mio girovita, che sia una 40 o una 50, non influisce sulla mia vita, quindi non dovrebbe interessare nessun altro.
Tutti i corpi sono belli. Ognuno a modo suo. Fanculo l’idea che dobbiamo cambiare per ricevere rispetto e diritti umani fondamentali, fanculo.
Non riesco a contare il numero di volte in cui ho voluto perdere la pelle come un serpente e cambiare ogni aspetto di me.
Non riesco a contare il numero di volte in cui ho supplicato di provare dolore dentro di me per far cambiare il mio corpo.
-Non riesco a contare il numero di volte in cui ho desiderato ‘di più’, desiderato la felicità in un corpo molto diverso dal mio.
Non riesco a contare i giorni dei ricordi persi per paura del mio riflesso.Ma poss comunque contare i giorni in cui mi sono alzata dalle ceneri, i giorni in cui posso abbracciarmi e dire ‘C***o tu vali, Milly!’, i giorni in cui mi guardo allo specchio e vedo l’eccitazione di avere un giorno avanti e l’accettazione del riflesso che vedo davanti a me perché, sebbene siano pochi e lontani tra loro, questi giorni sono sempre più numerosi, e altri ne arriveranno mentre continuo il mio viaggio.
All’età di 8 anni ho iniziato a seguire la mia ‘ridicola’ cultura della dieta con la ‘regola’ di ‘Non mangiare nulla da un grande sacchetto condiviso, fai sempre piccole porzioni’.
Per anni e anni ho avuto paura di condividere sacchetti, confezioni non porzionate, mangiare qualcosa che non avevo cucinato o pesato da sola. Mi ha consumata. La cultura della dieta era penetrata nel mio cervello adolescenziale e aveva contaminato ogni pensiero che avevo rspetto al cibo. I miei schemi intuitivi hanno iniziato a svanire e la cultura dietetica ha preso il sopravvento sui pensieri.
È inevitabilmente ciò che ha iniziato la mia lunga strada con i disturbi alimentari. È inevitabilmente ciò che mi ha quasi uccisa. È inevitabilmente ciò che mi ha portato via i miei anni più giovani.
L’introduzione della cultura dietetica, i discorsi negativi sul corpo e qualsiasi forma di alimentazione controllata sono devastanti su un cervello giovane. Può letteralmente uccidere… Non scherzo. Possiamo distruggere le abitudini alimentari e le relazioni rispetto al proprio corpo con effetti orribili che durano per tutta la vita, ed è per questo che la pubblicità dovrebbe essere monitorata (o scomparire dalla faccia della terra) per evitare che sia vista dai giovani occhi.
All’età di 26 anni, eccomi qui con la più grande borsa di bignè al burro di arachidi, così grande da nascondere i miei ‘pezzi forti’, che mangio quanto voglio, niente paura e niente vergogna. Momenti di libertà come questi non sono venuti senza combattere, non abbiamo bisogno che i più giovani inizino una battaglia nella loro testa, abbiamo bisogno che siano arrabbiati, appassionati e che combattano la più grande guerra alla cultura della dieta. Pronto per la battaglia?
Descrizione dell’immagine: Milly è nuda seduta su una scatola. Tiene una grande borsa di bignè al burro di arachidi davanti al suo corpo e ne mangia uno mentre sorride. Ha i capelli rossi e la stanza è illuminata dalla luce dorata del sole.
No, ma fa***o seriamente a chiunque cerchi di dirti che il tuo corpo non è abbastanza bello com’è.
Nessuno che si sente bene con se stesso sente il bisogno di basarsi sugli altri corpi, quindi invia loro un po’ di energia positiva se puoi diffonderla e mandala lontana!
Mi confonde il fatto che, per mantenere una qualche forma di rispetto/dignità all’interno della società, sembri che dobbiamo odiare noi stessi …
È strano come accettare semplicemente il mio corpo e i corpi di coloro che mi circondano e lasciarli esistere mi abbia fatto perdere il rispetto di molti.
Se dici ‘Urgh voglio solo perdere 10 libbre’ ti senti rispondere ‘Non è necessario perdere peso, piccola, sei perfetta’.
MA
La risposta al ‘Ahh, dannazione, adoro il mio corpo oggi, le persone possono avere qualsiasi taglia vogliano’ è “Eww ma che presuntuosa str***… Non sei bella abbastanza per poter avere quell’autostima’.Ad esempio, è più accettato e perfino elogiato per una donna odiare il proprio corpo, rimanere bloccate nel tentativo costante di voler cambiare, odiarsi e cercare di somigliare alle bellezze sui media.
Accettare te stessa è una minaccia per il sistema, è una minaccia per il patriarcato. Trasforma quella minaccia in un fuoco e lascialo bruciare.
Lascia che le donne adorino se stesse o che si accettino, semplicemente. Lasciale esistere.
Cosa ne pensi?