La depressione non è mai una condizione da sottovalutare. Bisogna avere un aiuto medico, un professionista che segua il paziente. Ma la verità è che non sempre si riesce a stare meglio, per una serie di ragioni. Una può essere che ci si rifiuta di chiedere aiuto, o perché la terapia non si rivela efficace per diversi fattori anche di tipo ambientale o famigliare. E così via. E la verità è che purtroppo di depressione si può anche morire.
Racconta questo la storia dell’attrice coreana Lee Eun-ju, che a poco più di 24 anni si è suicidata a seguito di un periodo di depressione. L’artista aveva recitato in alcuni film di successo dopo alcuni piccoli flop e la notte del 22 febbraio 2005 è stata trovata morta. Si era tagliata i polsi e impiccata. Il suo suicidio fece scalpore nel mondo dello spettacolo asiatico, e oggi ricorda a tutti quanti come quello che l’ha colpita sia un male strisciante – che riguarda anche le persone più insospettabili.
In gallery abbiamo raccolto alcune sue immagini e raccontato la sua breve vita e la carriera, oltre a fornire dei piccoli suggerimenti per capire e aiutare chi soffre di depressione, un male silenzioso e strisciante che può rivelarsi davvero letale.
Le ragioni del suicidio
Come riporta il Sidney Morning Herald, la famiglia ha addebitato le ragioni del suicidio della donna alla depressione e alla malattia mentale. I parenti hanno anche affermato che l’attrice soffrisse di insonnia a causa delle scene di nudo girate per il film The Scarlett Letter, la pellicola che è considerata in realtà uno dei suoi capolavori.
La lettera
Sempre il Sidney Herald riporta il contenuto di un appunto sporco di sangue trovato sulla scena del suicidio, in cui c’era scritto:
Mamma, mi spiace e ti voglio bene.
Secondo Chosun invece c’era anche un altro biglietto, questo il contenuto:
Volevo fare troppo. Anche se vivo, non sono davvero viva. Non voglio che nessuno sia deluso. È carino avere soldi… Volevo fare soldi.
Le scene di nudo
The Scarlett Letter non è stato il primo film in cui l’attrice abbia recitato in scene di nudo. Tuttavia è stato il primo sottoposto al giudizio della stampa coreana e dei forum in Rete, tanto che una delle scene – quella del bagagliaio, di cui ci sono solo vaghissime tracce su YouTube e simili – è stata definita su Donga una delle più scioccanti e intense scene nella storia del cinema coreano. E il suicidio della protagonista è diventato, nell’immaginario collettivo, proprio una chiave di lettura della pellicola, che in molti ritengono parli appunto di depressione.
Cos’è la depressione
Secondo la Treccani, la depressione è un’insieme sindromi caratterizzate da un sentimento di tristezza, accompagnato spesso da irritabilità, mancanza di iniziativa, apatia e appiattimento degli affetti. Tuttavia, non sempre una persona depressa mostra apertamente questi sintomi.
Come si cura
Come sempre, il primo passo è chiedere aiuto. Dopo la richiesta vera e propria da parte del paziente, la psichiatria oggi si concentra su un intervento che integri psicoterapia e farmaci antidepressivi e stabilizzanti dell’umore. Le fonti relative al caso dell’attrice non specificano se lei fosse in cura, né se la sua depressione fosse stata acclarata da un medico.
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