Ciò che per noi è un oggetto di comune utilizzo, all’estero è semi sconosciuto. Parliamo del bidet, a volte scambiato per orinatoio, a volte per una versione in miniatura della vasca da bagno. Ma la sua funzione era già nota nel 1600.

La nascita in Francia

Il bidet è stato introdotto da Maria de Medici quando divenne regina. All’inizio, come riportato da Pianetadonna, veniva utilizzato subito dopo aver fatto il bagno e veniva tenuto in camera da letto. I nobili lo utilizzavano per lavarsi dopo aver cavalcato: era uno strumento molto usato dai potenti di Francia, tanto che Maria Antonietta ne aveva uno in cella mentre aspettava di essere giustiziata.

La parola bidet è di origine celtica: il significato gallico sta per “pony” ed è un collegamento alla posizione che si assume, cioè come se si stesse cavalcando. Compare in 100 stanze della Reggia di Versailles.

In Italia, la regina di Napoli Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, ne ha richiesto uno nelle sue stanze alla Reggia di Caserta. I nobili e i cittadini più abbienti del Regno delle Due Sicilie seguirono il suo esempio, per poi essere imitati dal resto della nazione più avanti. In Italia si comincia a tenere il bidet in una stanza separata rispetto alla camera da letto.

Bidet, un tabù scabroso: perché i francesi l'hanno inventato ma non lo usano
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La diffidenza

Si diffonde due secoli dopo anche in Asia, Medio Oriente, America Latina e nell’Europa occidentale. Chi resiste all’utilizzo del bidet sono gli Stati Uniti. La prima volta che degli americani hanno visto un bidet, secondo la rivista online Studio, è stato durante la seconda guerra mondiale: i soldati di stanza in Europa li hanno visti nei bordelli che frequentavano di notte, perciò li hanno collegati alle attività di prostituzione.

Avendo alle spalle una tradizione puritana (lo spiega bene Maria Theresa Hart in suo articolo per The Atlantic), gli americani non gradivano la presenza del bidet. La diffidenza c’era anche prima della seconda guerra mondiale. Negli States e in Gran Bretagna veniva utilizzato subito dopo i rapporti sessuali per evitare gravidanze (azione che non funziona!) perciò veniva quasi considerato una forma di controllo delle nascite.

Un altro tabù sul bidet era collegato alle mestruazioni e alle donne che pulivano le loro perdite di sangue: del tema non se ne poteva parlare. Il bidet, insomma, racchiudeva ogni sorta di peccato connesso alla donna, dal sesso alla gravidanza e al ciclo.

Attualmente il bidet è presente in Europa precisamente in Italia, Spagna, Grecia e Portogallo. Solo nel nostro Paese è però un sanitario d’obbligo, dal 1975. Viene utilizzato inoltre in Argentina, Paraguay, Uruguay, Cile, Brasile e Giappone (i giapponesi hanno dotato i bagni pubblici di water che spruzzano acqua per lavarsi).

Secondo un articolo di Chiara Foti, in Francia, nonostante sia il Paese di nascita, hanno smesso di usarlo perché etichettato quasi subito come “strumento di lavoro da meretricio”.

Altri sistemi

Gli americani non si abitueranno mai all’utilizzo del bidet, tanto che per evitarlo preferiscono utilizzare delle salviette detergenti. Il difetto è che costano molto di più. Si parla di un giro di soldi pari a 2 miliardi di dollari. L’attrattiva è che l’utilizzo delle salviette è considerato un atto meno femminile e le pubblicità (indirizzate per lo più a un pubblico maschile) puntano al “rinfrescarsi” prima di avere rapporti sessuali.

Per non parlare della mole di rifiuti che non si riescono a smaltire costituiti anche da queste salviette. Un costo aggiuntivo anche alla società. Insomma, il bidet è più igienico e anche ecologico.