Cos'è il basalioma di cui si è appena operata Valentina Ferragni
Valentina Ferragni ha posto l'attenzione sul basalioma, un diffusissimo tipo di tumore della pelle su cui, però, c'è poca conoscenza.
Valentina Ferragni ha posto l'attenzione sul basalioma, un diffusissimo tipo di tumore della pelle su cui, però, c'è poca conoscenza.
Da qualche giorno Valentina Ferragni ha condiviso con i suoi followers di Instagram l’operazione di rimozione di basalioma, una particolare forma lieve di tumore maligno con cui ha convissuto nell’ultimo anno. L’influencer ha voluto così fare informazione su questa problematica che, pur molto diffusa, non viene nominata speso, e lanciare un messaggio per invitare a fare prevenzione.
Ma che cos’è un basalioma e come si può distinguere, come nel caso di Valentina, da un semplice brufolo?
Parliamo, come detto, di un tipo di tumore della pelle, chiamato anche carcinoma a cellule basali (BCC), che origina dalla trasformazione maligna delle cellule localizzate nello strato più profondo dell’epidermide.
Rispetto al melanoma, estremamente aggressivo, il basalioma non si sviluppa dai melanociti ma localmente, motivo per cui rimane circoscritto e non si diffonde con metastasi (se non raramente, appena nello 0,003-05% dei casi).
Anche se se ne parla poco è il più diffuso tra i tumori cutanei, i quali a loro volta sono la forma maligna più frequente di tumore negli uomini (15,2%) e la seconda nelle donne (14,8%), dopo il tumore al seno.
Se si esclude il melanoma, in Italia 8 tumori della pelle su 10 sono basaliomi, che nella stragrande maggioranza dei casi (95%) si manifestano in persone oltre i 40 anni, e nel sesso maschile. Lo sviluppo di questo tipo di tumore prima dei 20, pur se osservato, è piuttosto raro.
Il basalioma tende a manifestarsi nelle zone più esposte al sole, come viso, cuoio capelluto, orecchie, spalle, schiena, collo, e nelle persone che hanno la carnagione più chiara.
Inizialmente il basalioma provoca raramente sintomi significativi, ed è solo nelle fasi successive che invece può sanguinare, provocare prurito o dolore, presentandosi come una scottatura persistente che tende ad allargarsi (in questo caso si parla di forma eritematosa), una lenticchia dal colore rosato, dura al tatto (forma nodulare), una ferita che non guarisce (forma ulcerata), un neo o una lentiggine (forma pigmentata), una macchia in rilievo che tende a crescere (forma a placche), oppure una cicatrice dalla forma irregolare (forma sclerodermiforme).
Ovviamente è di estrema importanza non sottovalutare mai i cambiamenti della pelle, soprattutto se una ferita non guarisce e tende a sanguinare, perché può indicare proprio la presenza di un tumore.
Ovviamente il basalioma può essere del tutto rimosso attraverso la chirurgia, che generalmente rappresenta la prima scelta per questa malattia; spesso è sufficiente un intervento in anestesia locale, simile a una biopsia cutanea, per asportarlo completamente.
Ma esistono anche altri metodi per operare la rimozione di un basalioma, ad esempio il curettage e l’elettroessiccazione, che consiste nel raschiamento della lesione con uno strumento apposito, e nella successiva applicazione sull’area rimanente di un ago elettrico che permette la distruzione delle eventuali cellule tumorali rimaste; questo tipo di procedura è indicata soprattutto quando il basalioma è di dimensioni ridotte, ma non consente un esame istologico, perché si tratta di una tecnica distruttiva.
C’è poi la chirurgia di Mohs, che consiste all’asportazione di uno strato sottilissimo di tessuto per volta e alla sua analisi al microscopio per rimuovere il tumore: se si rileva la presenza di cellule tumorali si preleva un altro strato di tessuto, in caso contrario il trattamento si interrompe. Questa tecnica permette anche di migliorare notevolmente l’aspetto estetico della pelle dopo l’intervento.
C’è anche la laserterapia a CO2 superpulsata, che comporta la distruzione del tessuto tumorale e può portare alla formazione di cicatrici più chiare (ipopigmentazione) e atrofiche; la crioterapia, in cui si applica sulla parte interessata dell’azoto liquido che, provocando il congelamento, distrugge le cellule tumorali; dopo il trattamento sono richiesti farmaci chemioterapici, o medicinali che stimolano il sistema immunitario contro il tumore, come terapia.
Si può scegliere la terapia fotodinamica (PDT), in cui si applica sul tumore un farmaco liquido che, in poche ore, si accumula all’interno delle cellule tumorali rendendole sensibili ad alcuni tipi di luce, dopodiché la zona interessata e sottoposta a una luce apposita che distrugge le cellule malate.
Radio e chemioterapia non sono invece usate spesso per i tumori della pelle, a meno che questi non abbiano raggiunto i linfonodi; infine, per i malati adulti con tumori ad uno stadio avanzato, nei rarissimi casi in cui la chirurgia o la radioterapia non siano applicabili, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha di recente approvato dei medicinali mirati contro i meccanismi molecolari alterati.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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