“Quindi è la settimana del #NEDA, e sento il bisogno di ponderare. I disordini alimentari sono molto distruttivi, rovinano la vita e in alcuni casi li accusiamo tutti insieme.
Ma dobbiamo rendere le persone più consapevoli; se hai un disturbo alimentare questo non viene definito dal calo del peso, o dal fatto che tu abbia avuto un’intubazione nasogastrica. Puoi avere un peso normale e continuare a soffrire.
E la guarigione non significa solo prendere peso, si tratta di trasformare completamente la tua vita e di decidere di voler vivere invece di essere intrappolati in una semivita dolorosa. Mi considero ancora anoressica, non so nemmeno se l’anoressia mi lascerà mai veramente. Ma ci sono ragazze e ragazzi là fuori che stanno tentando di diventare anoressici e/o bulimici, e a loro dico di chiedere aiuto, per favore!
Accorgetevene in tempo prima che vi rovini la vita; perché vi rovinerà la vita. E a quelli che hanno sofferto per anni; per favore cercate aiuto, perché non è mai troppo tardi per recuperare. Potrebbe non lasciarvi mai completamente, ma la vostra vita può essere molto più ricca di adesso. Amici e familiari; fate attenzione ai segnali di pericolo, perché potreste davvero salvare la vita di una persona cara“.
Queste toccanti parole arrivano dal post Instagram che Ray_of_Hope64, una ragazza giovanissima, scriveva il 1° marzo del 2019. Oggi questa ragazza sta ancora lottando contro quel nemico oscuro e pericoloso che è l’anoressia, cercando comunque di venirne fuori con molta forza di volontà e coraggio.
Il suo post ci tocca particolarmente, e abbiamo deciso di proporlo in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata alla lotta e alla consapevolezza nell’ambito dei disturbi del comportamento alimentare, che da nove anni si celebra il 15 marzo.
Non solo perché lei è davvero molto giovane, non solo per la consapevolezza che ha raggiunto rispetto al suo disordine alimentare, ma soprattutto perché anoressia, bulimia e gli altri disturbi dell’alimentazione sono ancora estremamente diffusi, specialmente tra i giovani, e parlarne è sempre la scelta giusta per sensibilizzare sul fatto che “magrissimo” non significhi “bello” e, soprattutto, “sano”.
Articolo originale pubblicato il 14 marzo 2019
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