Sensi di colpa: come guarirne?
E' il nostro "grillo parlante" che parla e che ci tormenta se non abbiamo fatto qualcosa in modo perfetto. E se sbagliassimo? Se in realtà il senso di colpa fosse disfunzionale? Vediamo come porvi rimedio!

E' il nostro "grillo parlante" che parla e che ci tormenta se non abbiamo fatto qualcosa in modo perfetto. E se sbagliassimo? Se in realtà il senso di colpa fosse disfunzionale? Vediamo come porvi rimedio!
Il senso di colpa lo conosciamo tutti… almeno una volta nella vita ci è capitato di sentire quella “vocina” ancor più pressante del grillo parlante perché continua a insistere, incessante ed impietosa con un unico messaggio, quello più fastidioso perché è quello che ci fa capire che abbiamo sbagliato qualcosa.
E nessuno si sente a suo agio senza la coscienza a posto…
Il senso di colpa arriva infatti quando ci sentiamo colpevoli o poco sicuri di una scelta presa e porta con sé sensazioni spiacevoli come l’angoscia, l’ansia o il turbamento. In quel momento se avessimo una vanga, ci sotterreremmo, se avessimo la bacchetta magica, torneremmo indietro nel tempo, se avessimo un muro davanti, lo prenderemmo a “capocciate”…
A volte il senso di colpa è giustificato da una situazione che avremmo potuto affrontare meglio e quindi ci insegna comunque qualcosa, aiutandoci a non commettere lo stesso errore in futuro… ma non è di questa situazione che parliamo oggi.Pensiamo invece a quando invece è legato ad un imperativo ben preciso, ad un “devo” o “dovrei” riferite a situazioni in cui razionalmente ci imponiamo di essere in un certo modo… ma che poi disattendiamo perché non fanno proprio parte di noi.
Sono gli imperativi categorici che ci crocifiggono al ruolo di “brava fidanzata”, “brava figlia”, “brava ragazza” e che quindi ci obbligano a: “devo prendere 30 agli esami”, “devo essere accomodante”, “devo aiutare gli altri”, “devo far trovare il pranzo pronto”…
I “devo” tolgono e limitano la libertà perchè determinano le nostre azioni e le nostre scelte. Non ci sono situazioni in cui un “devo” è da considerare positivo. Non che dobbiamo tutte diventare criminali… ma solo distinguere le imposizioni irrazionali dalle vie di mezzo: la soddisfazione di ottenere un bel voto all’università è sempre ottimale ma se così non è… che cosa può succedere mai?
L’inadeguatezza, il rimorso, il disagio per non essere “perfette” provocano un malessere di cui possiamo fare a meno!
Non tutti sono vittima dei sensi di colpa, a qualcuno sarà capitato di presentarsi ad un compito in classe impreparati e non aver sperimentato emozioni particolari dopo l’insuccesso. Spesso alcuni la usano proprio come tattica: evitano di caricare di aspettative una data situazione così da mantenersi lucidi e raggiungere, con la calma, l’obiettivo desiderato.
Altri invece vivono un perenne rapporto quotidiano con questa sensazione di colpa, con una vocina che ricorda sempre di non essersi impegnati abbastanza e di avere tutte le responsabilità del fallimento e dell’insuccesso.
Questa differenza è dovuta alle inevitabili diversità che contraddistinguono ciascuno di noi.
Chi soffre di questo disagio solitamente ha una bassa autostima, una tendenza ad indirizzare verso di sè la responsabilità di qualsiasi situazione ed ha una visione della realtà statica, pur non avendo la forza o la consapevolezza di poter cambiare qualcosa. Sono persone che si sentono spesso inadeguate, inferiori rispetto agli altri, incapaci o peggio non degne di essere amate e apprezzate.
A volte si cela anche un certo senso di onnipotenza, come se ci aspettassimo di controllare gli altri e tutti gli eventi che viviamo ma che ci rende dipendenti dal resto del mondo. Il continuo rimprovero per potenziali atteggiamenti sbagliati può essere inoltre caratteristico di chi ha paura di deludere gli altri e quindi di essere “abbandonato” da loro e disapprovato.
Se non ci si discosta infatti dal gruppo sociale di riferimento, è più difficile sentirsi in colpa anche se si tradisce sé stessi per non tradire l’immagine sociale.Infine, alla base di questo disagio, può esserci sicuramente anche la forte influenza che imposizioni genitoriali e regole hanno creato in noi negli anni di sviluppo e che, crescendo, creano una frattura con quello che siamo diventati in realtà.
Ed anche l’esempio familiare è importantissimo: se siamo cresciuti in un contesto in cui le esigenze altrui o il rispetto di regole rigide vengono prima dell’espressione e dell’affermazione delle nostre, il contravvenire a questa abitudine creerà naturalmente sentimenti di colpa, paura della punizione e inadeguatezza.
Come superare i sensi di colpa?
Come abbiamo visto, il senso di colpa si basa su pensieri, convinzioni e credenze che fanno parte della nostra personalità, ancorate in noi da sempre e quindi difficili da sradicare senza l’aiuto di uno psicologo che ci aiuti a capire che esiste un altro modo di percepire il mondo.
Per vivere rilassati e dimenticare i sensi di colpa inopportuni, esistono 3 consigli:
Prima ancora che negli altri, dobbiamo imparare a contare sulle nostre capacità, aver totale fiducia in noi e resistere dal lasciarsi influenzare dagli altri e dalle situazioni. L’obiettivo è quello di mettere a tacere il “giudice” impietoso che è dentro di noi e che provoca malumore, disagio, tristezza, nervosismo.
Magari non è possibile farlo definitivamente ma con un percorso di psicoterapia sarà possibile ridurre il suo potere e la sua influenza.
Lo psicologo sarà un valido alleato nel localizzare la motivazione reale alla base del senso di colpa, incrementare l’introspezione, l’autoconsapevolezza, rafforzare le parti del sé più deboli e più soggette all’insicurezza così dal renderle autonome da questo “giudice” e quindi alleggerirle della negatività superflua.
Dott.ssa Cristina Colantuono
Cristinacolantuono@gmail.com
Esperta in Psicologia Giuridica, si occupa di terapie individuali e familiari e offre supporto sulle seguenti tematiche: relazioni di coppia, sessualità, affidamento, divorzio, mobbing, abuso sessuale, disagi psicologici (ansia, de...
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