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Tutte e tutti nasciamo da un ciclo mestruale

Secondo un pregiudizio diffuso, avere le mestruazioni è solo 'affare femminile'. Ma il ciclo non riguarda solo le persone che mestruano, bensì l’intera società. Ecco perché si tratta di un fenomeno che tocca corde culturali, politiche, economiche e, non ultime, emotive e psicologiche. E non solo delle donne.

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C’è uno stereotipo, duro a morire, che avvalora l’esperienza del ciclo mestruale in virtù del fatto che solo le persone che mestruano possono capirla fino in fondo. Insomma, solo chi ha un utero, una vulva e dunque un apparato anatomico capace di azionare il moto perpetuo di questo ciclo vitale, dal menarca fino alla menopausa, è autorizzato a discutere di ciclo. E così, separati sui due fronti opposti della barricata, ci sono solitamente quelli che il ciclo ce l’hanno e quelli che di mestruo non possono parlare perché non ce lo hanno mai avuto o non ce lo hanno più.

Le ultime ricerche, prime tra tutte quelle promosse da Nuvenia, ci dicono invece che il ciclo riguarda tutti, nessuno escluso. E che le mestruazioni toccano ambiti che difficilmente vengono considerati, nel quadro complessivo, quando ci soffermiamo a parlare del fenomeno solo in chiave medica e fisiologica. Le mestruazioni sono affare di chi ce l’ha, questo è vero. Ma l’accezione economica, sociale e psicologica di questa affermazione non è solo una questione femminile.

Abbiamo raccolto dunque i motivi per cui le mestruazioni dovrebbero coinvolgere tutti. Perché se è vero che è proprio grazie al ciclo mestruale che veniamo al mondo, è anche fondamentale tenere conto di tutte quelle volte in cui le mestruazioni o la loro assenza, oppure il dolore che portano con sé e persino l’insonnia che possono provocare (per via di un fenomeno che si chiama metrusomnia), possono avere un impatto sulla vita anche di chi il ciclo non lo vive sulla propria pelle.

 

Il valore politico e sociale delle mestruazioni, oltre il sangue

Parlare di mestruazioni vuol dire discutere di cultura, scelte, consapevolezza e persino di politica ed economia. Non si tratta solo di un discorso femminista perché, appunto, non riguarda solo le donne. La vita ha origine dal ciclo mestruale: fatto, questo, innegabile, universale e trasversale.

Negli ultimi anni, il dibattito su quanto parlare di mestruazioni non debba più essere un tabù, per aiutare soprattutto le persone vittime di period poverty e vergogna mestruale a uscire dallo stigma, è proliferato. Generando, di fatto, un movimento politico e sociale incentrato sull’attivismo concreto, sul raggiungimento di risultati tangibili: l’abbattimento della tassa sugli assorbenti (tampon tax), per esempio, oppure la distribuzione di prodotti per l’igiene gratuiti nelle scuole. Ma ci sono anche altri punti importanti toccati da questa ondata di consapevolezza che riguarda tutti, non soltanto chi è munito di utero.

Mestruazioni, controllo delle nascite e attivismo

I recenti fatti d’attualità che hanno portato all’abolizione del diritto all’aborto in alcuni stati americani, con diffusione a macchia d’olio di una certa mentalità proibizionista in ogni parte del mondo, ci dicono che, ancora una volta, è intorno al ciclo mestruale e in particolare alle app per tenere traccia dei suoi flussi che si sta creando un movimento rivoluzionario: monitorando il ciclo, dunque scegliendo di fare sesso protetto nei giorni a rischio, le donne americane si stanno riappropriando della libertà di cui sono state spogliate. Ancora una volta, attorno alle mestruazioni, ruota un universo fatto di scelte consapevoli, di rinascita, di ribellione che riguarda tutti, nessuno escluso.

Del legame tra attivismo, libertà e mestruazioni parla molto bene l’essay “The Cyclic Self: Menstrual Cycle Tracking as Body Politics” pubblicato su Catalyist, che nel 2021, alla vigilia delle rivoluzioni per la riconquista della libertà di esercitare l’aborto, aveva già raccontato come il ciclo possa avere un impatto politico sui grandi cambiamenti della nostra epoca.

Mestruazioni e lavoro

Dal 2020, anno in cui il Coronavirus ha cambiato le sorti del mondo e impattato con durezza sulla stabilità psicologica della collettività, le ricerche hanno cominciato a puntualizzare quanto una situazione traumatica come quella scaturita dal lockdown influisse sulla salute ginecologica delle persone con le mestruazioni. Diversi dati raccolti in quel periodo, come quelli della ricerca del 2022 “The Effect of COVID-19 on the Menstrual Cycle: A Systematic Review”, hanno evidenziato come lo stress legato alla situazione globale ampliasse in modo evidente le disfunzioni del ciclo mestruale (provocando stati di amenorrea e dismenorrea, sbalzi ormonali, eccetera) e poi, a catena, il divario fisico tra persone con e senza ciclo, acuendo di conseguenza il gap economico, sociale e lavorativo esistente tra loro.

Anche se la situazione Coronavirus è rientrata, è sufficiente addentrarsi nell’intricato tema del congedo mestruale, che garantirebbe alle donne giorni di assenza giustificata dal lavoro in caso di ciclo particolarmente doloroso per capire quanto farebbe comodo a tutti – dal datore di lavoro ai colleghi di reparto arrivando, in ottica più ampia, al fatturato aziendale e persino al PIL del Paese – assicurare giorni di riposo a chi soffre per il ciclo. Invece che costringerla a lavorare in un momento di fatica e sofferenza, in giorni in cui la produttività e la creatività vengono meno perché ottenebrate dal dolore.

Mestruazioni e soldi

Si parlava, sopra, di period poverty, ovvero delle spese che una persona con il ciclo deve sostenere, per forza di cose, nell’arco di una vita fertile, per poter gestire i giorni delle mestruazioni. I prodotti per l’igiene personale costano e pesano in particolare sulle finanze delle bambine e delle ragazze dei Paesi poveri o emergenti: secondo gli ultimi dati a disposizione, per la vergogna di non poter acquistare detergenti e assorbenti nei giorni del ciclo sono costrette a saltare la scuola, se non a ritirarsi del tutto, amplificando di conseguenza in negativo i numeri dell’analfabetismo femminile e dell’abbandono scolastico.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il problema non è soltanto delle donne che nascono e crescono nei paesi poveri del mondo: diverse ricerche, ad esempio “The Hidden Health Crisis in the Public School System” o “Period poverty: The perceptions and experiences of impoverished women living in an inner-city area of Northwest England”, entrambe del 2022,
confermano che si tratta di un problema diffuso, che prolifera anche in nazioni economicamente stabili e culturalmente avanzate. Come evidenziato da questi studi, le conseguenze della period poverty sono stratificate: in uno studio del 2020 che si chiama “Menstrual Hygiene Needs Among Women Receiving Substance Use Disorder Treatment” si legge che l’81% delle donne che hanno richiesto assistenza per abuso di sostanze hanno imputato anche alla povertà mestruale la loro dipendenza. Un dato che fa riflettere, perché, oltre ad avere delle conseguenze sull’avanzamento sociale e finanziario di quel dato Paese, privato di una forza lavoro indispensabile come quella femminile, questo tipo di ricerche mette l’accento sull’impatto emotivo e psicologico delle mestruazioni.

Mestruazioni ed emozioni

Parlare di mestruazioni e benessere mentale non ha a che vedere solo con i normali e fisiologici flussi ormonali che regolano il ciclo, che pure rimangono un elemento importante per comprenderne la portata. Se parliamo di mestruazioni come fonte imprescindibile di un nuovo ciclo vitale, è necessario anche discutere di cosa vuol dire vedere arrivare il sangue ogni mese oppure, al contrario, non vederlo arrivare affatto. Non solo per la persona che mestrua, ancora una volta, ma anche per chi le sta accanto, per il partner o per chi le vuole bene.

Quando un ritardo del ciclo è fonte di gioia (o di stress)

L’arrivo del ciclo mestruale è il segnale più emblematico del fatto che non si aspetta un bambino (seppur la letteratura medica ci dica che in effetti si può continuare a sanguinare anche da incinte, per cause diverse). Una occorrenza quasi scontata, quella fisiologica del ciclo che arriva ogni mese, che, però, non sempre fa rima con serenità. Basta pensare a tutte quelle coppie in attesa di un test di gravidanza positivo che però non vedono mai le due lineette colorarsi di rosa; oppure a tutti coloro che vorrebbero procreare ma non possono, per via delle alterazioni del ciclo mestruale, di problemi di infertilità di coppia, di complicazioni o impossibilità anatomiche. In questo senso, le mestruazioni non sono più solo affare di chi indossa l’assorbente, ma anche di chi, con lei, attende di festeggiare un ritardo tanto atteso.

Quello stesso ritardo, per chi non vuole un figlio e mai lo vorrà, può invece diventare fonte di stress. E non sono gli ormoni a governare questo stato d’animo, bensì la piena consapevolezza di aver fatto una scelta precisa, ovvero quella di non voler procreare.

Mestruazioni e auto-determinazione: conoscere il proprio corpo per coltivare consapevolezza

Il dibattito intorno al sangue mestruale si sta facendo necessariamente più pressante e approfondito, anche grazie a queste nuove angolazioni che permettono di inquadrare le mestruazioni non più come affare delle persone che hanno il ciclo ma dell’intera collettività. Rimangono necessarie, però, manifestazioni come Il festival del ciclo mestruale – di cui Nuvenia è supporter – attualmente in tour in diverse città italiane con la rassegna Destinazione Festival che ne anticipa la seconda edizione, a Milano dal 25 al 28 maggio 2023, e amplifica la diffusione del dibattito, spaziando tra temi come la maternità e la libertà di scelta, ciclo mestruale e parità di genere, sangue, vergogna e superamento dello stigma.

Bibliografia

  • The Effect of COVID-19 on the Menstrual Cycle: A Systematic Review – Journal of Clinical Medicine (2022)
  • The Cyclic Self: Menstrual Cycle Tracking as Body Politics – Catalyist (2021)
  • The Hidden Health Crisis in the Public School System – National Organization for Women/Natalie Bavos-Chen (2022)
  • Period poverty: The perceptions and experiences of impoverished women living in an inner-city area of Northwest England – PLOS ONE (2022)
  • Menstrual Hygiene Needs Among Women Receiving Substance Use Disorder Treatment- Friday Posters (2020)
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Nuvenia, tra i principali brand nel settore degli assorbenti femminili, supporta le donne nei giorni del ciclo, per garantire loro massimo comfort e benessere, ed è al loro fianco per abbattere stereotipi e tabù sulle mestruazioni.
Nuvenia è un marchio Essity, azienda leader nel settore dell’igiene e della salute.