Il complesso percorso per imparare ad amarsi spogliandosi, nonostante l'obesità

Il complesso percorso per imparare ad amarsi spogliandosi, nonostante l'obesità
Caroline Fahey
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L’autoaccettazione del proprio corpo, complice anche il costante bombardamento di canoni estetici stereotipati cui siamo sottoposti e dell’odioso bodyshaming che punta a rimarcare le cosiddette “imperfezioni”, spesso è un procedimento complicato, se non un obiettivo del tutto irraggiungibile per molti. Piacersi, imparando ad apprezzare amorevolmente anche i propri difetti, sarebbe una gran bella soddisfazione per tutti, ma il riuscirci è il più delle volte semplice solo a parole.

Anche Caroline Fahey ha sperimentato su di sé il pregiudizio degli altri e la feroce autocritica, dettata dal suo corpo, e ancora oggi combatte una strenua battaglia contro se stessa e la propria opinione di sé. Ma, coraggiosamente, ha accettato di mostrare la sua complicata relazione con il proprio corpo davanti alla fotocamera, con degli autoritratti, catturati nelle camere da letto e nei bagni, nei cortili e nelle stanze d’albergo, che vanno ben al di là del fin troppo semplice messaggio di positività e di amor proprio che molto spesso si intende veicolare tramite i social, per invitare chiunque guardi le sue foto a condividere davvero, idealmente, i momenti di autostima, di fiducia ma anche di odio verso se stessi, e di ambiguità.

Caroline, interessata alla fotografia dopo aver creato una macchina fotografica stenopeica al suo primo anno di liceo, ha iniziato a scattare autoritratti quando studiava alla New York University. La sua prima serie di foto riguardava l’essere una ragazza con problemi di obesità, e intendeva catturare tutte le emozioni ispirate dalla sua corporatura, scoprendo ben presto che l’argomento metteva a disagio i suoi compagni.

Parlare dell’essere grassi mette davvero le persone a disagio – ha detto Caroline, come riporta l’Huffington Postle persone tendono a chiudere la conversazione, o a dire cose del tipo ‘Non sei grassa’, ma per me è stato molto importante sfidare le persone, farle parlare di questo“.

Nel 2013, la relazione di Caroline con il suo corpo si è trasformata ancora più radicalmente, quando le è stato diagnosticato un coagulo di sangue nel cervello, risultato del cambiamento dei farmaci anticoncezionali associato all’obesità. “È stato estremamente doloroso sia fisicamente che emotivamente“, ha detto. La malattia l’ha costretta ad abbandonare la scuola per otto mesi al secondo anno di college: “Gli occhi mi facevano male, non riuscivo a sentirmi bene, ero molto sensibile alla luce e al suono.” Sua madre, ricorda la ragazza, era solita incoraggiarla ripetendole un mantra, che diceva che il dolore che stava affrontando aveva un rivestimento d’argento, una “silver lining”.

Col passare del tempo, ho iniziato a capire cosa fosse il rivestimento d’argento – ha detto Caroline – Imparare a conoscere la mia salute deve essere la mia prima priorità. Essere sani non significa perdere peso ed essere magri. Significa essere consapevoli di ciò che stai facendo al tuo corpo “.

Dopo il periodo in cui è stata molto male, la fotografa ventiduenne ha seguito una dieta e un regime di esercizio rigorosi, tentando di amare e accettare il suo corpo così com’era. Proprio questo viaggio attraverso la complessa accettazione di sé ha fatto scaturire l’idea di Silver Lining, una serie di autoritratti che raccontano il suo percorso introspettivo verso una piena consapevolezza di sé e di ciò che significa “essere in salute”.

Il mio progetto è nato per farmi imparare ad amare il mio corpo mentre combattevo anche con le sensazioni date dall’essere grassa – ha detto la ragazza – È più complesso del semplice ‘Amo il mio corpo!’ Alcuni giorni ti senti davvero di fare schifo, ed è importante per me che la mia fotografia lo rifletta. A volte mi sento sexy, a volte mi sento orribile. Ma va bene anche se in alcuni giorni non ti senti bene“.

Da quando ha pubblicato la serie, che è stata anche la sua tesi di laurea, sul suo sito ufficiale, Caroline è stata inondata dal sostegno di altre donne, molte delle quali scrivono anonimamente, per condividere il rapporto difficile con il proprio corpo. L’esperienza, ha detto, l’ha aiutata a sentirsi più sicura nel discutere le sue emozioni e nel condividere la sua lotta su una piattaforma tanto ampia, anche se può mettere a disagio alcune persone.

Nelle immagini delle gallery, Caroline indossa la maschera della Venere botticelliana in bikini, guardando disinvolta e disinibita l’obiettivo, oppure ammicca seducente dalla doccia o lascia intravedere il suo corpo dalle forme morbide dal vetro appannato.

Questo non significa che oggi Caroline ha imparato ad accettarsi e a piacersi tutti i giorni, ma solo che non ha intenzione di permettere a se stessa, né tantomeno agli altri, di decidere cosa possa o non possa permettersi di fare con il suo corpo. Ed è già un grande passo avanti.