L’incubo peggiore di ogni studente si materializza nel momento in cui, impegnato in un’interrogazione di fronte al professore, non riesce a ricordare la risposta alla domanda che gli è stata posta. Fa appello alla sua memoria, che proprio in quel momento si rifiuta di collaborare; eppure, aveva passato un’intera giornata a ripassare quell’argomento!

Purtroppo i vuoti di memoria sono piuttosto frequenti, e se pensiamo che siano tipici solo di un’età avanzata, o sintomatici di problematiche gravi come l’Alzheimer, beh, siamo decisamente lontani dalla verità. Queste piccole falle nella memoria, infatti, sono abbastanza frequenti anche nelle persone giovani, anche se non denotano nulla di particolarmente allarmante. In genere le amnesie temporanee dipendono da un deficit di attenzione al momento della memorizzazione, oppure a un’interferenza con ricordi simili. Sono molti i fattori che possono contribuire alla situazione per cui si fa fatica a ricordare dettagli specifici, come il nome proprio di una persona che abbiamo conosciuto da poco, oppure quello che proprio non potevamo fare a meno di comprare al supermercato.

Le cause dei vuoti di memoria improvvisi

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Fonte: web

Il vuoto di memoria può essere, ad esempio, una spia di stanchezza, dato che stress, periodi neri, crisi d’ansia o notti insonni possono alterare la capacità di ricordare.

Ma la capacità di memorizzare può dipendere indubbiamente molto anche dall’interesse, dalla concentrazione, dalla rilevanza o dal valore affettivo, essendo organizzata in modo da farci estrarre da un concetto o un’informazione solo i dati che, a nostro avviso, giudichiamo maggiormente utili. Certamente anche l’età gioca un ruolo rilevante nella memoria, poiché il cervello, come gli altri organi, invecchia: già intorno ai 35-40 anni inizia a ridursi il numero dei neuroni, diminuiscono i neurotrasmettitori, ovvero le sostanze che trasmettono i vari messaggi fra le sinapsi; cala inoltre l’afflusso generale di sangue, per cui le cellule cerebrali rallentano la propria attività, ricevendo meno ossigeno e zuccheri.

In ogni caso, coltivare la vita sociale, leggere cambiando spesso attività (ad esempio divertirsi con cruciverba, giochi enigmistici) possono essere utili per aiutare la memoria a mantenersi vivida.

Vuoti di memoria… a breve termine

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Fonte: web

A tutti è capitato almeno una volta di ricordare con precisione cose successe anni fa, e magari dimenticare il nome di qualcuno che ci si è presentato solo pochi minuti prima. Oppure, di uscire a comprare il latte ma ricordare una ricetta letta mesi prima e tornare a casa con gli ingredienti per la ricetta ma senza il latte. Perché accade tutto ciò? Perché la prima informazione è immagazzinata nella memoria a lungo termine, la seconda in quella a breve termine.

La memoria a lungo termine, come suggerisce il nome, è una sorta di archivio illimitato della nostra vita, dove risiedono le esperienze più significative, i ricordi più importanti, come ad esempio quelli dell’infanzia, che formano la nostra personalità.

La memoria a breve termine, invece, è una memoria temporanea che ci permette di ricordare le informazioni per circa 10 secondi; in essa è compresa la memoria di lavoro, che elabora le informazioni e ci fa svolgere le azioni quotidiane con semplicità.

Ad esempio, se noi guardassimo per pochi secondi una serie numerica, dopo pochissimo tempo probabilmente non la ricorderemmo più esattamente, e, allo stesso modo, se ci chiedessero di ricordare la serie numerica al contrario, partendo dall’ultimo numero, incontreremmo delle difficoltà, perché dovremmo mettere all’opera la memoria di lavoro.

In sostanza, quando le informazioni rimangono nella memoria a breve termine non vengono elaborate, non passano nella memoria a lungo termine e per questo vengono dimenticate.
La memoria a breve termine è in grado di far tornare alla mente non più di 7 informazioni per volta, quelle che dimentichiamo con facilità. Questo succede perché la nostra memoria a breve termine non è infinita, e, proprio come accade con i dispositivi elettronici, per fare spazio a nuove informazioni dobbiamo necessariamente cancellarne delle altre, come dimostrato anche da una ricerca condotta dall’Università di Cambridge.

Alle persone impegnate può capitare con ancora maggiore facilità di dimenticare le cose, perché continuamente esposte a stimoli e informazioni nuove.

Quando è il caso di preoccuparsi?

Come abbiamo detto, con l’avanzare dell’età può capitare che la memoria “perda colpi”, per via del’invecchiamento dei neuroni. Allo stesso modo, tornare a casa senza aver comprato quello per cui eravamo usciti è normale, ma se, all’interno del supermercato, proviamo un senso di smarrimento, questo allora può essere il sintomo di qualcosa di più grave.

Ecco quali sono i sintomi che possono lasciar pensare a problemi di natura più preoccupante rispetto ai vuoti di memoria:

  • Dimenticare le cose sempre più spesso.
  • Non ricordare il nome, o il numero di telefono, di una persona cara.
  • Dimenticare delle parole, o confonderle con altre.
  • Cominciare a scrivere parole comuni con grossi sbagli di ortografia, o non ricordarsi come si scrivono correttamente.
  • Non riconoscere i luoghi conosciuti.
  • Sentirsi spesso confusi e non ricordare come si svolgono azioni quotidiane, come il cucinare.
  • Riporre le cose nel posto sbagliato, ad esempio mettere le chiavi di casa nel cassetto del bagno.
  • Avere frequenti sbalzi d’umore.
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