La sindrome metabolica è una condizione a elevato rischio cardiovascolare, caratterizzata dalla presenza di un gruppo di fattori di rischio (comportamenti o condizioni che aumentano la probabilità di incorrere in una malattia) legati al sovrappeso e all’obesità, per cui si hanno maggiori probabilità di sviluppare malattie cardiache o altri problemi come il diabete e l’ictus.

Perché si definisce metabolica? Il termine si riferisce ai processi biochimici coinvolti nel normale funzionamento del corpo, ma la malattia è nota anche con altri nomi, come sindrome X, sindrome da insulino-resistenza, sindrome dismetabolica, oppure ancora girovita da ipertrigliceridemico, sindrome dell’obesità o di Raven, e infine CHAOS.

La probabilità di sviluppare la sindrome metabolica è ovviamente strettamente connessa a una condizione di sovrappeso o di obesità, unita a un’insufficiente o totalmente assente attività fisica. Altra possibile causa del suo sviluppo è l’insulino-resistenza, una condizione in cui il corpo non è capace di utilizzare l’insulina (un ormone che l’organismo utilizza per favorire la conversione dello zucchero nel sangue in energia) in modo appropriato. La resistenza all’insulina può condurre ad alti livelli di zucchero nel sangue, e anche in questo caso il problema è strettamente collegato alla condizione patologica di sovrappeso o obesità.
Altre cause possibili che sviluppano la sindrome metabolica sono l’età, la razza (ispanici e asiatici sembrano essere maggiormente a rischio) o la familiarità per il diabete, dato che le probabilità di sviluppare la sindrome metabolica aumentano nei casi di familiarità per diabete di tipo 2 o diabete gestazionale.

Sintomi della sindrome metabolica

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Fonte: web

I sintomi più evidenti della sindrome metabolica sono:

  • obesità, in particolare intorno alla vita.
  • ipertensione.
  • un elevato livello di trigliceridi nel sangue di grassi.
  • un basso livello di colesterolo HDL, il cosiddetto colesterolo buono.
  • resistenza all’insulina.

I criteri per stabilire la sindrome metabolica

Come suggerisce il documento pubblicato dal sito SIMG, perché si parli di sindrome metabolica devono essere presenti almeno 3 (o più) dei seguenti criteri:

  • Obesità addominale: negli uomini si parla di un girovita > 102, nelle donne >88.
  • Ipertrigliceridemia: perché si parli della sindrome deve essere > 150 mg/dl.
  • Basso colesterolo HDL: uomini < 40 mg/dl, donne < 50 mg/dl. Ipertensione arteriosa: > 130/85 mmHg.
  • Iperglicemia: perché si possa parlare della sindrome deve essere, a digiuno, > 110 mg/dl.

La dieta per combattere la sindrome metabolica

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Fonte: web

La dieta per la sindrome metabolica deve ripristinare l’omeostasi (la tendenza naturale al raggiungimento di una relativa stabilità) generale; perciò, prima di tutto è necessario dimagrire riducendo la massa grassa e, dove possibile, tonificando quella magra. La dieta per la sindrome metabolica deve presentare alcune caratteristiche ben precise, ovvero essere ipocalorica, con la predilezione per alimenti contenenti carboidrati a medio-basso indice glicemico (moderazione del picco insulinico), e per alimenti ricchi di acidi grassi essenziali della famiglia Omega3 e Omega6, i quali riducono i trigliceridi nel sangue, svolgono un’azione positiva sul colesterolo, riducono la pressione arteriosa, e, se assunti nel giusto rapporto, fluidificano il sangue. Bisogna inoltre prediligere gli alimenti grezzi, non lavorati, ad ampio contenuto di potassio e magnesio, ed eliminare il sale da cucina, gli alimenti conservati e i dolci.

Rimedi per la sindrome metabolica

I rimedi che, insieme alla dieta, possono contrastare la sindrome metabolica, sono indubbiamente l’esercizio fisico, sufficiente da svolgere in maniera moderata, la perdita di peso (anche solo dal 5 al 10% di peso corporeo in meno può ridurre i livelli di insulina e la pressione sanguigna), smettere di fumare.

Possono essere anche prescritti farmaci insulino-sensibilizzanti che aiutano il corpo a usare l’insulina in modo più efficace, e l’aspirina può, in alcuni casi, contribuire a ridurre il rischio di infarto e ictus. Naturalmente se si è consapevoli di avere almeno uno dei fattori di rischio è importantissimo rivolgersi al proprio medico, per scegliere il rimedio maggiormente adatto al singolo caso.

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