La ritenzione idrica è un patologico accumulo di liquidi nel cosiddetto spazio extra cellulare. Solitamente alla base c’è uno scompenso di sodio e potassio, che fa sì che le cellule trattengano liquidi, ma anche tossine e sali minerali.

Il sodio tende a richiamare l’acqua e, quando la sua quantità è di molto superiore a quella dell’altro sale minerale, si genera l’accumulo, conseguenza di un drenaggio linfatico insufficiente.

Ma dove si vanno ad accumulare tutti questi liquidi di troppo? Solitamente la predisposizione delle donne fa sì che le aree interessate siano nella maggioranza dei casi addome, cosce e glutei.

Anche se è vero che il consumo di sodio va dunque tenuto sotto controllo, è comunque bene ricordare che è un minerale importantissimo per l’organismo, la cui carenza potrebbe comportare nausea, crampi muscolari, stanchezza, apatia mentale.

Le cause della ritenzione idrica

La ritenzione idrica può essere causata da disfunzioni cardiache e renali, ma è associata anche a ipotiroidismo, diabete o semplicemente alla sindrome premestruale. Nei giorni precedenti alle mestruazioni, infatti, le donne vanno incontro a diversi sbalzi ormonali, che causano (oltre al ristagno dei liquidi) anche ingrossamento del seno, dolori, gonfiori.

Anche alcuni farmaci tendono ad aumentare la quantità di sodio nell’organismo, come la pillola anticoncezionale, gli antiacidi che si assumono contro l’acidità gastrica e alcuni medicinali cortisonici e ormonali.

Uno stile di vita scorretto e poco equilibrato è sicuramente il principale responsabile, quando la causa non va ricercata in patologie specifiche o farmaci in assunzione. In particolare sono nemici:

  • eccessiva sedentarietà, con poca attività fisica e molto tempo in piedi o seduti;
  • utilizzo di indumenti stretti;
  • dieta ipocalorica povera di proteine;
  • cibi eccessivamente salati o troppo ricchi di sodio;
  • fumo;
  • abuso di alcol e caffeina;
  • condizione di sovrappeso, che rallenta la diuresi e dunque favorisce la ritenzione idrica.

Ritenzione idrica: quali sono i sintomi?

ritenzione idrica
Fonte: iStock

L’accumulo dei liquidi nei tessuti si manifesta attraverso gonfiori o edemi (rigonfiamenti). La pelle appare disomogenea, con presenza di micro cavità sottocutanee e piccolissime protuberanze di tessuto adiposo. Proprio per questo effetto visivo, si utilizza l’espressione “pelle a buccia d’arancia”, inestetismo associato alla cellulite. Spesso si aggiungono anche dolori agli arti, stanchezza, formicolii e riduzione del flusso urinario. Proprio l’esame specifico delle urine è uno degli esami a cui sottoporsi per capire se si è affetti da ritenzione idrica.

Altrimenti, il test “fai da te” consiste semplicemente nel premere con forza il pollice sulla parte anteriore della coscia per qualche secondo. Se, togliendo il dito, resta la sua impronta ben visibile, molto probabilmente è presente la problematica.

Ritenzione idrica: prevenzione

Per prevenire la ritenzione idrica si possono adottare alcuni utili accorgimenti, come:

  • evitare bagni caldi;
  • non abusare di scarpe dal tacco alto;
  • utilizzare prodotti e trattamenti specifici per la cura del corpo, da associare ad alimentazione sana e stile di vita equilibrato;
  • mantenere regolari i valori di potassio nell’organismo. Una sua carenza aumenta la concentrazione di sodio e, di conseguenza, la possibilità che aumenti il ristagno liquido;
  • tenere sotto controllo anche i valori di magnesio, che tra le sue funzioni ha anche il controllo sulla permeabilità della membrana cellulare. Favorisce, quindi, il passaggio di alcuni elementi essenziali tra cui proprio il prezioso potassio.

Ritenzione idrica: rimedi

In assenza di patologie importanti o specifiche controindicazioni da medicinali, il più delle volte è lo stile di vita il responsabile. Dunque adottando un’alimentazione sana e trascorrendo più tempo in movimento, il problema si può certamente migliorare. Altri consigli preziosi sono:

  • dormire con un cuscino sotto il materasso, all’altezza dei piedi, per tenerli sollevati;
  • fare attività fisica regolarmente per riattivare o rinforzare il microcircolo;
  • bere almeno due litri di acqua al giorno;
  • salare poco le pietanze e limitare l’uso di cibi preconfezionati;
  • fare massaggi linfodrenanti magari associati a idromassaggio, capace di riattivare la circolazione sanguigna e linfatica.
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