Molte persone piangono sotto la doccia. Vi è mai successo? Sembra essere un fenomeno ricorrente, o addirittura un disturbo, finora sottovalutato. Il New York Magazine, nella sezione Science of us, ha pubblicato un articolo molto interessante, di cui tradurremo i principi base per sensibilizzare sull’argomento.

John Restivo nel 1985 fu ingiustamente accusato di omicidio e passò in carcere quasi 20 anni prima di essere scagionato. Al processo per il risarcimento dei danni subiti, la fidanzata ha testimoniato che Restivo piange ogni volta che fa la doccia. Le sue ragioni sono abbastanza ovvie ed estreme ma l’impulso è un luogo comune sia per persone normali, come dicono le numerose testimonianze online, che per i personaggi famosi.

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In Empire, Andre piange sotto la doccia dopo essere venuto a conoscenza della malattia del padre. Angelina Jolie ammette di aver avuto “un crollo emotivo sotto la doccia” durante le riprese di un film sulla guerra in Bosnia. Sara Cooper, in Il grande freddo, si immerge nella vasca mentre piange la morte di un amico. Tobias Funke in Arrested Development piange talmente tante volte sotto la doccia da aver ispirato molteplici GIF animate sui social.

Quindi di cosa si tratta? Perché tutte queste persone piangono sotto la doccia? C’è qualcosa nello stare nudi, da soli sotto l’acqua che porta alle lacrime? Sfortunatamente non abbiamo dati certi sul collegamento tra il lavarsi e il pianto. Oriana Aragon , una psicologa di Yale ha sottolineato “potrebbe essere uno studio complicato da fare in laboratorio”. Ma gli psicologi hanno alcune idee interessanti al riguardo.

A un primo sguardo, questo modo di piangere  potrebbe apparire come il fallimento dello scopo che solitamente si cela dietro le lacrime, non solo da bambini ma anche da adulti: la richiesta di aiuto.

Randolph Cornelius, professore di psicologia e co-editore di “Adult Crying”, sostiene che l’essere umano ha sviluppato la capacità di piangere per trasmettere messaggi sociali. Cornelius scrive “Credo che il pianto, che solo gli esseri umani sembrano poter fare, si è evoluto per segnalare la nostra vulnerabilità e sollecitare l’aiuto”.

In realtà si preferisce piangere da soli, il bagno crea una sorta di privacy e il rumore dell’acqua maschera quello del pianto. “Le persone hanno più probabilità di piangere quando sono in casa da soli” dice Lauren Bylsma, psicologa presso l’università di Pittsburgh. Quest’ultima ha analizzato una serie di dati basati sui più recenti episodi di pianto di oltre 5000 uomini e donne, riscontrando che la casa era il luogo più comune per piangere nel 62% dei casi e che la maggior parte di queste persone ha trattenuto il pianto finché non è rimasta sola. Per motivi culturali o evolutivi è considerato vantaggioso non ostentare la nostra vulnerabilità, Cornelius ha detto: “in molte situazioni questo segnale può scatenare l’attacco e così a volte ci proteggiamo nascondendo le lacrime”.

Inoltre, mettendo da parte le questioni sociali, va considerato che il pianto e la doccia sono attività confortanti. Ad Vingerhoets, professore di psicologia all’università di Tilburg e autore di “Why only human weep” (perché solo gli umani piangono) ha parlato di uno studio in cui lui e Waldie Hanser, psicologo, hanno studiato il comportamento di persone in difficoltà. Lo studio ha dimostrato che, oltre all’ascolto di musica, le due attività più comuni per rassicurarsi sono proprio piangere e cercare di sentirsi avvolti da calore facendo ad esempio una doccia o indossando vestiti comodi.

Se a voi non è mai capitato di consolarvi così, o solo raramente, una spiegazione c’è: alcune persone sono più portate di altre a sentirsi attratte dalla doccia quando sentono la necessità di piangere. Coloro che evitano l’intimità o alle quali manca sicurezza nelle relazioni strette avranno una maggiore tendenza a contenersi di fronte agli altri. Le persone che piangono per un senso di colpa o per un rimorso facilmente si ritrovano sotto la doccia a farlo.

Chiaramente la biologia e l’evoluzione hanno un ruolo centrale in questo, ma non sottovalutiamo neanche tutti quei personaggi immaginari che piangono a dirotto sotto la doccia. Non possiamo ignorare l’influenza dei mezzi di comunicazione, Cornelius ha detto: “probabilmente abbiamo questo impulso di correre a piangere sotto la doccia anche perché abbiamo visto i personaggi di film e serie tv che lo fanno”.

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