Guai in vista per il Prosecco: il vino bianco italiano più esportato nel mondo, capace persino di superare lo Champagne, nel 2014, per il numero di bottiglie vendute, è infatti finito nel mirino, dopo che la trasmissione di Raitre “Report” ha lanciato un’inchiesta tesa a mostrare come avviene davvero la coltivazione delle uve nel Veneto, raccogliendo le lamentele degli abitanti dell’area per l’uso, a loro dire, indiscriminato di concimi e pesticidi.

Ma c’è di più: presto il pregiato vino potrebbe ritrovarsi anche al centro di una vera e propria querelle legale, dovuta allo sfruttamento del nome “Prosecco”. Ma andiamo con ordine.

Nella puntata del programma condotto da Milena Gabanelli emergerebbe un altro aspetto relativo alla coltivazione delle uve da Prosecco, al di là dei benefici economici, per quanto riguarda prosperità ed occupazione, che comunque le popolazioni del Veneto interessate hanno avuto: secondo Report, infatti, solo nel 2015 15.000 aziende venete e 527 cantine hanno prodotto 438.698.000 bottiglie di Prosecco, per un fatturato complessivo di 2 miliardi e 100 milioni di euro. Ma il rovescio della medaglia riguarderebbe l’utilizzo, troppo spregiudicato, di concimi e pesticidi da parte dei coltivatori, naturalmente aumentato con l’ampliarsi dei vigneti. Intervistando i residenti, la trasmissione avrebbe portato alla luce le condizioni estreme di disagio in cui questi sono costretti ad abitare, tra quanti si barricano in casa, circondati dai filari, e quanti invece tengono costantemente le finestre sigillate per non far entrare l’aria, ammorbata dalle nuvole di pesticidi portate dai trattori, soprattutto nelle ore serali, quando il vento, proveniente dalla pianura verso la collina, aumenta il fenomeno della nebulizzazione.

E non è tutto: secondo alcuni, più o meno come, per altre e gravissime ragioni, accadeva nella -tristemente nota- Terra dei Fuochi, l’impiego indiscriminato di prodotti chimici sarebbe il principale responsabile di tumori alle ovaie, endometriosi, Parkinson, registrati in alcuni degli abitanti, che perciò preferiscono abbandonare le  proprie case. Questo perché, ad essere inquinata non è solo l’aria, ma anche le falde acquifere. Come se non bastasse, ad aggiungersi alla già drammatica situazione c’è anche il fatto che le irroratrici, le quali spargono concimi ed antiparassitari, non rispettano affatto le distanze di sicurezza imposte per legge, che indica di tenersi a venti metri da case e strade, così che i pesticidi finiscono per essere sparsi dappertutto, anche in prossimità di scuole ed asili.

Fonte: Web
Fonte: Web

Un’altra grana per il famoso vino, potrebbe, però, spostarsi addirittura sul piano legale: dal 2009, infatti, nessun produttore, eccetto quelli locali, può apporre il nome “Prosecco” sul proprio vino, grazie ad un divieto, imposto dalla UE, per via di una battaglia portata avanti dal governatore del Veneto, Luca Zaia. Con l’operazione “Prosecco DOC” si è creata, accanto al classico Prosecco inteso come spumante, il cui toponimo deriva dal paese di Prosecco sul Carso, in provincia di Trieste, la denominazione di Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, la quale si riferisce alla produzione di Prosecco del Friuli e della provincia di Treviso, ma anche di altre province venete, dove la produzione era del tutto inesistente per via della mancanza di “Glera”, così come si decise di chiamare appunto l’uva da Prosecco.

Così facendo si è cercato di tutelare il vino dalle imitazioni, impedendo ad altri produttori di piantare vitigni di Prosecco utilizzandone il nome; peccato, però, che agli abitanti di Prosecco non sia mai stato versato, dai cugini veneti, neppure un centesimo della percentuale pattuita dall’accordo, che equivaleva all’1% sul totale dei guadagni derivanti dalla vendita; detta così sembra una cifra irrisoria, ma è stimata in circa due miliardi di euro di Prosecco venduti. Tanto che, come era ovvio aspettarsi, è partita una vera e propria battaglia sul nome, con gli abitanti di Prosecco pronti a riprenderselo, facendo perciò sfumare diritti di esclusiva e relativi guadagni.

Insomma, è vero che un buon bicchiere di vino al giorno avrà anche i suoi benefici, ma questo Prosecco sembra diventato decisamente amaro!

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