Il kefir è un alimento originario del Caucaso, e nient’altro è che una bevanda ricca di fermenti lattici ottenuta dalla fermentazione del latte.

Tradizionalmente viene preparato utilizzando latte fresco, sia esso di pecora, capra o vacca, e i fermenti, o granuli, di kefir, formati da un polisaccaride chiamato kefiran, il quale “ospita” batteri mesofili e lieviti in associazione simbiotica.

I fermenti del kefir di latte non riescono a fermentare gli zuccheri contenuti in altre bevande, come il latte di soia, o di riso, o le soluzioni di acqua e zucchero, per riuscire in questo è meglio optare per un’altra tipologia, i kefir d’acqua.

I kefir d’acqua

kefir d'acqua
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Il kefir d’acqua è una bevanda leggermente alcolica e frizzante, che si ottiene dalla fermentazione dei grani di kefir. La bevanda può essere preparata con una percentuale tra il 3 e il 10% di zucchero, a cui si aggiungono ingredienti a scelta, dal limone al succo d’uva, passando per succhi di frutta, frutta secca, malto, foglie fresche di menta o per le erbe aromatiche come il finocchio, il cumino, l’anice, oppure miele o radici di zenzero.

La bevanda che si ottiene non solo è dissetante, ma anche ricca di vitamine, minerali, fermenti lattici e probiotici. Per la fermentazione del kefir d’acqua si possono utilizzare i granuli per la fermentazione del kefir di latte, i quali però, dopo l’adattamento, non potranno più essere utilizzati per la fermentazione del latte. Questo perché nel kefir di latte ci sono circa trenta specie diverse di fermenti, di cui la metà muore proprio durante l’adattamento; il kefir d’acqua comprende infatti circa quindici specie di fermenti che digeriscono molti tipi di zuccheri, ma non il lattosio. Per questo il kefir di latte è decisamente più ricco in probiotici di quello d’acqua.

Per la preparazione del kefir d’acqua occorrono tre ingredienti principali:

  • acqua
  • grani di kefir d’acqua
  • zucchero

In un barattolo di vetro viene fatto sciogliere lo zucchero nell’acqua, quindi, in un secondo momento, vengono aggiunti i grani di kefir d’acqua. Il barattolo viene poi coperto con un fazzoletto di tessuto e riposto in ambiente buio e fresco dove si attende la fermentazione, che può durare dalle 24 alle 48 ore. Al termine del processo, i grani sono separati dal liquido fermentato tramite un imbuto con filtro o un colino, e possono essere usati per la preparazione di un altro kefir d’acqua. Il kefir realizzato, invece, viene trasferito in una bottiglia, e può essere consumato, con l’aggiunta di aromi o succhi a piacere.

Preparazione del kefir di latte

kefir di latte
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La preparazione del kefir necessita dell’inoculazione del latte con i fermenti omonimi che, moltiplicandosi nel latte, compiranno il processo fermentativo.

Nella fermentazione agiscono diverse specie di lieviti e di fermenti lattici, e si tratta di un processo prevalentemente lattico, ma parzialmente anche alcolico, per via della presenza di lieviti che trasformano lo zucchero in alcool e in anidride carbonica. Vengono aggiunti i fermenti al latte (pastorizzato o a lunga conservazione) che deve essere freddo o a temperatura ambiente, lasciando fermentare da 24 a 48 ore, a circa 20 °C, mescolando di tanto in tanto.

Se non viene consumato subito, il kefir deve essere messo in frigorifero, dove può essere tenuto per oltre una settimana, mentre dopo può diventare troppo acido e assumere un gusto piccante.

Kefir: benefici e controindicazioni

kefir benefici
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Vediamo ora i benefici legati al consumo di kefir, indubbiamente, per il nostro sistema immunitario. Prima di tutto il kefir è un probiotico molto più potente dello yogurt, dato che contiene 30 tipi di batteri e lieviti, molto più di qualsiasi latte fermentato.

Notevoli sono anche le proprietà antibatteriche del kefir, dato che alcuni dei batteri probiotici lì contenuti hanno la funzione di proteggere dalle infezioni, come il Lactobacillus kefir, che appartiene unicamente al kefir di latte. Alcuni studi hanno dimostrato, come riporta il sito kefirdilatte.it, che questo probiotico può inibire la crescita di un batteri nocivi come la Salmonella, l’Helicobacter Pilori e l’Escherichia coli.

Il kefir può migliorare la salute delle ossa e ridurre il rischio di osteoporosi, dato che oltre a essere una grande fonte di vitamine del gruppo B,  come la B9 (acido folico), la B12 (cobalamina) e la B1, lo è anche di vitamina K2, importantissima proprio nell’assimilazione del calcio.
Uno studio in provetta – seppur ancora in corso – ha inoltre rilevato che l’estratto di kefir ridurrebbe il numero di cellule tumorali di cancro al seno del 56%, rispetto al 14% di un estratto di yogurt.

I batteri probiotici contenuti nel kefir aiutano anche la corretta digestione, ristabilendo l’equilibrio dei batteri amici presenti nel nostro intestino, per questo il kefir è considerato un valido supporto per contrastare la diarrea, oltre a intervenire per abbassare il colesterolo.
Altro aspetto importante, il kefir è generalmente tollerato da chi è intollerante al lattosio, e sembrerebbe alleviare i sintomi di allergia e asma, benché questi risultati si siano riscontrati al momento solo su animali e non su umani.

Così tanti benefici, ma quali sono invece le controindicazioni? La cosa principale è assumere le giuste dosi di kefir, dato che, come ogni altro alimento fermentato con un alto potenziale disintossicante, se assunto in quantità elevate, può causare sintomi di disintossicazione, o “crisi di guarigione”. Per questo è bene partire con piccole porzioni, che vanno da un quarto a mezza tazza, corrispondenti a 50-100 grammi, di verdure fermentate o latte fermentato, da assumere da una a tre volte al giorno, nel corso dei pasti.
È inoltre normale che, quando si assumono elevate quantità di prodotti fermentati in breve tempo, possono verificarsi alcuni disagi, che è il motivo per cui molte persone smettono del tutto di assumerli regolarmente.

Partendo da piccole porzioni di kefir si evitano invece problemi come il mal di testa, il gonfiore o la nausea, e la disintossicazione avverrà in modo più naturale.

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