Il cellulare è più sporco del WC: i risultati della ricerca

Che ci si creda o no, i nostri smartphone sono pieni di batteri, molto più di quanti ce ne siano sulla tavoletta di un WC. Che fare allora? Usare i telefoni con i guanti? O immergerli nell'ammoniaca? Prima di orientarsi verso soluzioni disperate, ecco cosa dice uno studio americano che ha esaminato proprio la presenza di microrganismi sui nostri dispositivi mobili.

Ormai, inutile negarlo, lo smartphone è diventato parte integrante della nostra vita di tutti i giorni. Anche perché l’evoluzione continua del telefono cellulare lo ha reso sempre più duttile verso le più disparate funzioni, facendolo emergere dal semplice ruolo di oggetto con cui chiamare quando si è fuori casa o tramite cui mandare messaggi. Oggigiorno lo usiamo praticamente dappertutto e per qualunque cosa, per entrare nei nostri social, per scattare foto, lo lasciamo usare ai nostri figli per tenerli tranquilli (anche se sarebbe, quest’ultima, un’abitudine da evitare).

In pochi però si sono chiesti realmente, almeno fino ad adesso, quanto possa sporcarsi uno smartphone, o meglio, quale sia la quantità di batteri che può annidarsi sul monitor di un cellulare. Forse sarebbe bene, da una parte, restare nell’ignoranza perché la risposta è: veramente tantissimi, molti più di quanto riusciate ad immaginare, persino più – e questa è la vera notizia scioccante – di quanti ce ne siano sulla tavoletta di un WC.

Ad affermarlo esistono diverse ricerche, ad esempio quella dell’Università dell’Arizona che, dati alla mano, ha evidenziato quanto siano sporchi i nostri smartphone, oppure quella condotta dagli studenti dell’Università del Surrey, i quali hanno letteralmente fotografato germi e batteri presenti appunto sui telefoni.

In ogni caso è del tutto inutile farsi prendere dal panico, né cadere nella fobia dei microrganismi; lo studio condotto da una autorevole rivista scientifica ha infatti dispensato semplici suggerimenti per mantenere uno smartphone pulito il più a lungo possibile.

1. Lo studio dell’American Journal of Infection

Fonte: Web
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Dunque pare proprio che fra gli “insospettabili” oggetti portatori di batteri rientri anche lo smartphone. Ma l’American Journal of Infection ha stilato una lista dei metodi migliori per pulire i dispositivi touchscreen e ridurre quindi la contaminazione. La ricerca è stata condotta basandosi sull’esame di alcuni iPad messi a disposizione da venti ospedali diversi, su cui è stata rilevata la presenza di germi, in particolare di quelli che trovano sfogo proprio nell’ambito ospedaliero. Questo suggerisce, casomai ce ne fosse bisogno, di limitare al minimo la presenza negli ospedali di questi dispositivi, esattamente come è preferibile non indossare certi indumenti che si lavano molto poco, come ad esempio la cravatta.

2. Il rischio di malattie

Fonte: Web
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Benché alcune ricerche parlino della presenza di batteri come lo staffilococco aureo sui monitor dei nostri smartphone, tuttavia occorre sfatare il mito che i tutti i microrganismi siano potenzialmente dannosi per la salute e, soprattutto, contestualizzare bene gli studi. Uno stesso microrganismo, infatti, può essere perfettamente innocuo se situato in una determinata parte del corpo. Un esempio? Lo pneumococco, assolutamente letale e responsabile della polmonite se posto, appunto, nei polmoni, non crea alcun danno se è presente nella gola.

3. È assolutamente normale che ci siano i batteri

Fonte: Web
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La ricerca della sterilità assoluta è pura fantascienza; dobbiamo rassegnarci a convivere con i batteri, che sono presenti praticamente dappertutto. In fondo, a pensarci bene, anche ogni essere umano contiene più DNA batterico che DNA umano. Per questo è normale che la quantità di batteri rilevata sullo smartphone sia più elevata rispetto a quella registrata su un WC, perché, proprio ritenendola sporca, disinfettiamo la tavoletta praticamente tutti i giorni, mentre non pensiamo (quasi) mai a pulire il telefono.

Di conseguenza, però, sorge spontanea una domanda:

4. Come pulire al meglio lo smartphone?

Fonte: Web
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Purtroppo non è ancora disponibile la versione antibatterica del Gorilla Glass, il vetro più usato per gli smartphone, che comunque è già stata presentata dalla Corning in occasione del Ces 2014 di Las Vegas. Nel frattempo, quindi, come proteggersi dalla “invasione batterica”?  Passare un panno in microfibra sembra essere un rimedio più che sufficiente per rimuovere tutti i batteri più comuni, ha spiegato il dottor Dubert Guerrero, specialista in malattie infettive della Sanford Salute a Fargo, North Dakota, e co-autore dello studio sulla persistenza di batteri su iPad pubblicato nel mese di novembre dall’American Journal of Infection Control.

Per i più resistenti o per quelli responsabili del virus dell’influenza, invece, sarà necessario utilizzare qualche prodotto detergente. I ricercatori hanno notato che il cotone imbevuto di alcol risulta essere assolutamente poco efficace, mentre le salviette di candeggina sembrano detergere al meglio eliminando totalmente gli agenti patogeni. C’è da dire, però, che molto spesso questi suggerimenti vanno contro le indicazioni per la manutenzione corretta dello smartphone fornite dalle case produttrici. Che fare dunque? Pulire per essere protetti da germi e batteri, o mantenere lo smartphone sano ed intatto il più a lungo possibile, in barba ai microrganismi? Agli utilizzatori l’ardua sentenza… aspettando che qualcuno, nel frattempo, si inventi la soluzione che mette d’accordo tutti!

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