"Ero stanca di nascondermi: l'acne non ti rende brutta, un cuore pieno di odio sì"

"Ero stanca di nascondermi: l'acne non ti rende brutta, un cuore pieno di odio sì"
Fonte: Instagram @pigss
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Uno dei problemi a cui numerosi adolescenti di oggi (e di ieri) devono far fronte ogni giorno è l’acne. Si tratta di un problema abbastanza comune: secondo quanto dichiarato da Acne.it, il portale italiano dedicato a questa malattia cronica della pelle, circa il 30-40% di ragazzi italiani tra i 15 e i 20 anni ne sono affetti (un numero minore se si pensa a quello americano illustrato dalla American Academy of Dermatology – dove viene spiegato come ogni anno l’acne colpisca fino a 50 milioni di ragazzi statunitensi– ma comunque abbastanza consistente). Chi, in fondo, non ha mai dovuto lottare contro la comparsa di un brufolo più o meno fastidioso o in un punto più o meno visibile?

Il problema, però, oltre al solo “danno” cutaneo, i brufoli rischiano di portare con sé una scia di depressione e ansia che colpisce purtroppo numerosi soggetti. Già, perché più doloroso che vedere il proprio viso macchiarsi di puntini rosso sono le risate, gli insulti senza senso da parte dei coetanei, le minacce e il pensiero di non essere abbastanza per lo standard di bellezza imposto silenziosamente dalla nostra società moderna.

Hailey Wait, una giovane artista diciassettenne residente in California, ha però voluto mettere la parola fine nella sua vita a tutti coloro che l’hanno derisa per questa sua condizione con la quale convive da quando aveva circa 12 anni. È stato proprio all’ora, con l’arrivo della pubertà, che l’acne è cominciata a comparire, seguita dal bullismo insensato dei suoi compagni:

La gente mi diceva ogni caso, da “faccia da pizza“, fino alle minacce di morte. Mi dicevano che chiunque avesse l’acne non meritava di essere vivo.

Ha spiegato la ragazza in un’intervista via e-mail al magazine online Cosmopolitan. Malelingue che, con il passare del tempo, si sono fatte sempre più dolorose da sopportare in silenzio. Proprio per questo motivo ha cominciato una lotta virtuale contro chi deride chi è affetto da queste imperfezioni della pelle attraverso il suo profilo Instagram: giorno dopo giorno, l’artista pubblica sue foto in cui dimostra che anche con qualche brufolo in più, anche se combatte da anni con questa sindrome, si sente – ed è – comunque bellissima.

Ricorda che l’acne non ti rende brutta, un cuore pieno d’odio invece sì.

Ha ammesso la giovane nella didascalia di una foto presente sul suo profilo social; ma l’intero suo account è un inno alla gioia, alla vita e al piacersi per come si è davvero, senza nascondere le imperfezioni o i normali difetti a cui molte di noi devono far fronte:

Ho deciso di pubblicare dei miei autoscatti mostrando la mia acne perché ero così stanca di averla nascosta per tutto questo tempo. Ho pensato che avrebbe aiutato le persone che mi seguono a sapere che non sono soli.

Ha spiegato ancora sempre nell’intervista a Cosmopolitan, puntualizzando inoltre il suo pensiero sul fenomeno del bullismo (da lei stesso vissuto) che colpisce numerosi ragazzi affetti dalla sua stessa sindrome.

Alla fine, è bene rendersi conto che la maggior parte di persone che fanno i prepotenti con altri hanno le loro insicurezze e spesso le stanno solo proiettando su di te. C’è molto di più in una persona dell’aspetto fisico, e onestamente è davvero superficiale insultare qualcuno per come appare.

Ad aiutarla nella lotta contro il bullismo sono state anche persone positive delle quali si è circondata in questi ultimi anni, eliminando invece quelle negative dalla sua vita.

Spero che la mia storia sull’acne aiuti davvero le persone a capire che solo perché hai queste imperfezioni non significa che non sei magnifica, che non puoi avere successo o che non puoi essere affascinante. La bellezza è molto di più della tua faccia.

Ha ammesso in una video-intervista visibile sul canale Youtube Barcroft TV. Con la sua forza d’animo, le sue parole gentili, confortanti e potenti Hailey ha finalmente messo a tacere non solo i bulli ma anche l’inutile omologazione della società moderna per mostrarsi finalmente per come si è davvero: semplicemente felice.