Tutti sappiamo quanto il sonno rappresenti un elemento fondamentale per il benessere di un individuo, e quanto la sua mancanza possa avere conseguenze devastanti sullo stile di vita e la salute di chi ne soffre. Spesso, inoltre, il dibattito si concentra sulle ore della propria giornata che un uomo dovrebbe dedicare al sonno, ma in generale è importante ricordare che questo rappresenta all’incirca un terzo della vita di ciascuno, e che è un’attività basilare, al pari di mangiare o respirare. Se vi state chiedendo perché, sappiate che sono molteplici le funzioni svolte dal sonno, ma le più importanti sono indubbiamente: il mantenimento del metabolismo del cervello e il bilanciamento del metabolismo del glucosio; la produzione di un maggior numero di anticorpi rispetto allo stato di veglia e l’eliminazione delle tossine, anch’essa più efficace rispetto allo stato di veglia; il sonno fornisce inoltre riposo al sistema cardiovascolare e contribuisce a consolidare e rafforzare la memoria, in particolare nella fase REM.

Per rispondere alla fatidica domanda “Quanto dovremmo dormire?”, la risposta indica generalmente un tempo, per gli adulti, che oscilla tra le 7 e le 9 ore per notte, fermo restando, ovviamente, la possibilità di poter dormire per una tale quantità di ore.

Spesso, inoltre, ci chiediamo come mai talvolta, pur dormendo, riusciamo ad avvertire rumori e suoni intorno a noi (nel cosiddetto dormiveglia), o a ricordare i sogni la mattina seguente, mentre altre volte non sentiamo assolutamente nulla e non ricordiamo neppure quanto abbiamo sognato. Questo dipende dalle fasi del sonno, dato che quest’ultimo ha una struttura attiva con andamento ciclico, e stadi alternati di fasi NREM – una fase non legata al movimento rapido degli occhi – e fasi REM, caratterizzate invece da movimenti rapidi degli occhi. In una normale notte di sonno si verificano da quattro a sei cicli alternati di fasi NREM e REM.

I rischi del non dormire a sufficienza

fasi del sonno
Fonte: web

Spesso si sottovalutano i pericoli dell’insonnia o dell’insufficienza di sonno, ma la mancanza di sonno abituale e protratta nel tempo si relaziona con diverse patologie, prima fra tutti l’ipertensione: allo stato attuale delle cose è opinione condivisa dai medici che chi dorme meno di 5 ore per notte abbia potenzialmente un rischio maggiore di sviluppare ipertensione arteriosa e disturbi cardiovascolari. Ma la mancanza di sonno può avere altre conseguenze gravi, andando ad inficiare in maniera negativa la produzione delle sostanze che hanno un effetto regolatore sull’appetito e determinando, come conseguenza a lungo termine, anche una situazione di obesità. La deprivazione del sonno o una sua scarsa qualità può inoltre influire sulle normali abilità neurocognitive, ovvero avere effetti su concentrazione e memoria, che sono infatti meno efficienti nei soggetti che soffrono di OSAS (Sindrome da Apnee ostruttive del Sonno). Garantire il giusto riposo al proprio corpo è assolutamente essenziale per garantire una sua normale e ciclica attività cerebrale.

Cerchiamo ora di capire come si articolano le diverse fasi del sonno, e perché in alcune siamo più vigili.
Come abbiamo visto, sostanzialmente esistono due grandi fasi: la fase NREM e la fase REM. Cosa le distingue?

La fase NREM

fasi del sonno
Le fasi del sonno (Fonte: web)

La fase NREM che, durante la notte, si alterna nel sonno alla fase REM, è composta da 4 stadi, ciascuno dei quali può durare da 5 a 10 minuti. Si hanno:

  • Stadio 1 (addormentamento)
  • Stadio 2 (sonno leggero)
  • Stadio 3 (sonno profondo)
  • Stadio 4 (sonno molto profondo)

Un ciclo di sonno completo è caratterizzato dalla progressione dallo stadio 1 allo stadio 4 prima di arrivare allo stadio REM, prima di ricominciare nuovamente; negli adulti è normale passare sempre dallo stato di veglia, alla fase NREM, e poi al sonno REM. In condizioni normali, il passaggio dalla veglia al sonno NREM avviene in pochi minuti, con la comparsa iniziale degli stadi più leggeri del sonno (1° e 2°), per poi arrivare a quelli più profondi (3° e 4°); dopo 90 minuti circa si arriva al primo episodio di sonno REM, quindi si riprende ciclicamente con gli altri stadi. Mentre nella prima parte della notte prevalgono gli stadi 3 e 4 di sonno profondo, nella fase più vicina al mattino si ha la prevalenza degli stadi di sonno leggero e del sonno REM.
Alcuni studiosi hanno analizzato le 4 fasi del sonno dello stadio NREM grazie alla polisonnografia, scoprendo che:

Fase 1

La polisonnografia mostra una riduzione dell’attività tra lo stato di veglia e la fase 1 del sonno. In questa fase gli occhi sono chiusi, e la persona può essere svegliata con facilità, ma potrà avere la sensazione di non avere riposato abbastanza o di non avere dormito. Lo stadio 1 può durare 5 o 10 minuti. Questa è la fase in cui si può avvertire la sensazione di cadere nel vuoto, la quale causa la mioclonia ipnica, un’improvvisa contrazione muscolare.

Fase 2

La Fase 2 è una fase di sonno leggero, in cui si alternano picchi e valli, o onde positive e negative, che indicano periodi spontanei di tonicità muscolare uniti a periodi di rilassamento muscolare. La frequenza cardiaca rallenta, la temperatura corporea diminuisce. Il corpo si prepara a entrare nel sonno profondo.

Fase 3 e 4

Questi due sono gli stadi del sonno profondo, con la fase 4 più intensa della fase 3. Sono entrambe caratterizzate da onde lente, o delta; durante la fase 4, in particolare, l’elettromiografia registra onde lente piuttosto ampie, caratterizzate da continuità ritmica, che indicano un modello di sonno profondo. Se la persona viene svegliata in questo stadio può avvertire, per qualche minuto, un senso di disorientamento.

Vediamo ora cosa accade durante la fase REM.

Fasi del sonno: la fase REM

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Fonte: web

Generalmente, come abbiamo detto, la fase REM si verifica 90 minuti dopo l’inizio del sonno; il primo periodo REM dura solitamente 10 minuti, mentre l’ultimo può durare anche un’ora. Durante questa fase, caratterizzata da un’intensa attività cerebrale, gli occhi si muovono rapidamente in diverse direzioni, e il soggetto sogna, ma allo stesso tempo compare la paralisi della maggior parte dei muscoli volontari, il sonno REM si caratterizza per essere un connubio tra un intenso stato di eccitazione cerebrale e di immobilità muscolare, perciò talvolta è chiamato anche sonno paradosso.

La polisonnografia mostra che le onde cerebrali, nella fase REM, sono molto simili a quelle che si hanno in uno stato di veglia; ma nelle persone con disturbi del sonno, durante la fase REM il battito cardiaco e la respirazione accelerano e diventano irregolari.

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