Marta

chiede:

Salve,
Avrei bisogno forse di una vera e propria seduta, ma a volte non metterci la faccia è più semplice. Anni fa ho scoperto di non poter avere figli in quanto ho un utero piccolo e non funzionante. All’inizio è stata dura, non l’ho detto a nessuno, e ne ho fatto un mio segreto non riuscivo a sentirmi come le altre è ancora oggi è così, una volta al mese fingo anche io di avere un ciclo che non ho mai avuto, e ingrandisco i sintomi che magari ho per l’ovulazione.
È stata dura poter vivere con questa consapevolezza, è stata dura dover affrontare una sofferenza da sola, perché per non far preoccupare i miei genitori che hanno problemi più importanti, non ne ho mai parlato con loro e ad ogni visita prima di uscire asciugavo le lacrime e facevo vedere che andava tutto bene, la sera poi nel mio letto stavo male, e in silenzio piangevo, sognando un giorno di poter avere anche io quel pancione come tutte le altre. Non è stato facile e non lo sarà mai.

Per un periodo ho scelto di mettere tutto in stand-by era troppo pesante affrontare tutte quelle visite e infondo ero piccola per portare da sola quel fardello così pesante (avevo 14 anni) e i dottori non sono stati molto carini nel dirmi ciò che “avevo”.

Quest’anno ho deciso di andare a fondo e voler sapere tutto. La situazione non è cambiata rispetto a ciò che già sapevo, però ho tutta la situazione chiara. Il ginecologo mi ha proposto varie soluzioni, l’utero in affitto che non è legale in Italia ma che comunque non farei ho paura di non riuscire a sentire mio quel bambino che porterebbe un’altra donna nel grembo. Sento proprio la voglia di avere un bimbo tutto mio, avrò sviluppato forse un istinto materno più forte?!

Non lo so, all’inizio pensavo che non sarei mai riuscita a sentirmi donna, poi con gli anni ho acquisito la consapevolezza che non è un utero a farmi sentire donna e mi sento donna a tutti gli effetti.

Ogni volta che andavo da un ginecologo mi dicevano che dovevo comunque guardare anche il lato psicologico eppure non mi sono mai abbattuta, forse da “quasi psicologa” (inizierò a breve la specialistica) ho avuto me come prima paziente. Eppure credo di avere qualche blocco ma non riesco a capire quale sia.

Utente

risponde:

Cara Marta,
ho letto con un magone nel cuore il tuo racconto. Come donna, comprendo profondamente il dolore che provi a vivere con una limitazione del genere. Ti faccio i miei complimenti per il percorso che hai fatto, hai ottime capacità di autoanalisi ed hai sviscerato a fondo quello che la notizia ha provocato in te.

Secondo me non è un caso che ti sei iscritta a psicologia, hai una marcia in più per riuscire ad aiutare gli altri.
Nel tuo racconto però hai dedicato pochissimo spazio alla tua richiesta ed a come posso aiutarti.

Parli di un blocco ma non specifichi perché, quando, come, quanto… cioè tutte le informazioni utili per darti una qualsiasi indicazione. Perché non fissiamo un colloquio per parlarne meglio? Sarà un’occasione per parlare di te ma anche della nostra professione. Come futura collega non potrei fare altrimenti!

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento