Sono protuberanze, rigonfiamenti, che si manifestano principalmente sul collo, vicino al cuoio capelluto, dietro i lobi delle orecchie. Si chiamano cisti sebacee, lesioni non neoplastiche che però possono creare non poco fastidio. Generalmente una cisti sebacea compare in maniera asintomatica e non è pericolosa, anche se a volte può raggiungere dimensioni considerevoli, ma anche infiammarsi, causando dolore e complicanze locali, che richiedono l’intervento del medico.

Le cisti si formano sostanzialmente per via dell’occlusione di una ghiandola sebacea, per questo si riscontrano soprattutto nelle zone in cui sudiamo. È importante saperle riconoscere, in modo da poter agire nel migliore dei modi per curarle, ma anche per prevenire le complicazioni.

Vediamo come si forma una cisti sebacea, le conseguenze e i rischi, e cosa fare se ne compare una sulla propria pelle.

Come si forma una cisti sebacea?

La causa della formazione di una cisti sebacea è l’occlusione di una ghiandola sebacea, che continua a produrre il sebo ma, per diversi fattori che hanno provocato il blocco, questo non riesce a fuoriuscire. Di conseguenza, il sebo secreto si solidifica e rimane sotto la pelle in una sorta di capsula a forma rotondeggiante, che gonfia il follicolo pilifero e si vede a occhio nudo.

Ma come si occlude una ghiandola sebacea? I fattori di rischio sono diversi, alcuni legati al comportamento, altri invece genetici.

Tra le cause possibili troviamo l’acne e altri disturbi della pelle, che la rendono particolarmente sebacea; ma anche ansia e stress che causano problematiche a livello ormonale; fumo, sostanze alcoliche che compromettono la salute della pelle.

Altri fattori possono essere traumi della regione interessata, come cicatrici, graffi, tagli, possibili danni a carico delle ghiandole nel corso di un intervento chirurgico, o lesioni del follicolo pilifero.

Le cisti sebacee possono inoltre essere causate da patologie sistemiche, in particolare:

  • la Sindrome di Gardner, una patologia genetica caratterizzata dalla presenza di polipi intestinali multipli che non escludono una potenziale evoluzione maligna, associata a neoplasie benigne cutanee, come fibromi o lipomi, oppure ossei, e altre neoplasie;
  • la Sindrome di Gorlin (del nevo basocellulare), anch’essa di origine genetica, che si manifesta con la comparsa di neoplasie multiple, su tutte il carcinoma basocellulare cutaneo, associata ad alterazioni ossee, oculari, nervose ed endocrine, come appunto le cisti.

Dove compaiono le cisti sebacee?

Le cisti sebacee si manifestano in concomitanza di ghiandole sebacee, essendo una causa diretta all’occlusione di queste ultime. Queste ghiandole sono presenti in diverse parti del corpo, che si riconoscono per la fuoriuscita di sudore.

Possono comparire quasi su tutto il corpo, principalmente:

  • sul cuoio capelluto, sulla nuca, dietro le orecchie e fino al collo;
  • ai lati del viso;
  • sulle spalle e sul dorso;
  • sotto le ascelle;
  • al seno;
  • sulla pancia;
  • sui glutei e vicino all’ano;
  • sui genitali;
  • nella zona inguinale.

In particolare, sono più frequenti sull’inguine e nella zona della testa e del cuoio capelluto, per la presenza maggiore di peli o capelli, e quindi una maggiore facilità che i follicoli si infiammino.

La formazione di cisti all’inguine dipende soprattutto da un uso improprio della depilazione; in questo caso, infatti, le piccole cisti inguinali si formano per via dei peli incarniti: un pelo si ritira su se stesso, si arriccia, e continua a crescere sotto la pelle piuttosto che all’esterno, creando uno spazio non previsto nel tessuto cutaneo che, con lo scorrere del tempo, si infetta riempendosi di liquido.

Un aspetto su cui porre l’attenzione sono le cisti al seno, perché possono essere scambiate per noduli maligni e destare preoccupazione. È sempre preferibile rivolgersi a un medico quando si sente la presenza di qualcosa al seno, che potrà escludere una neoplasia e diagnosticare la cisti.

Le cisti sebacee possono essere tra le cause però della formazione di noduli al seno, che tuttavia si distinguono dai noduli tumorali, ma è bene comunque non sottovalutarli.

Conseguenze e rischi

Le cisti sebacee non sono pericolose di per sé, e, se trattate nel modo corretto, tendono a scomparire senza lasciare conseguenze. Comportano comunque dei rischi, principalmente le infiammazioni. Se una cisti è infiammata, per via di un’infezione batterica o sfregamenti, si va incontro ad arrossamento, dolore e aumento della temperatura corporea, fino alla comparsa di febbre.

Una delle cause di infezione è anche il tentativo di spremere la cisti, per far uscire il pus, con l’idea di curarla. In realtà, questo non la fa scomparire e aumenta invece molto il rischio che si infetti e si infiammi.

Una complicazione delle cisti sebacee, che le rendono particolarmente fastidiose, è la possibilità che diventi recidiva. Capita spesso infatti che, quando compare una cisti, poi torni a comparire nuovamente ogni volta che la pelle risulta stressata o lesa in qualche modo. In questo caso è necessario che la cisti venga rimossa chirurgicamente, per eliminarla completamente, perché non si rimargina da sola.

Cosa fare in caso di cisti sebacea?

Essendo un problema abbastanza diffuso, si conoscono oggi i rimedi più efficaci alle cisti sebacee, che vanno da semplici impacchi, all’uso di farmaci, fino all’esportazione chirurgica. Tra i metodi naturali che si sono rivelati utili nel trattamento della cisti sebacea troviamo degli impacchi al’olio di Tea Tree, grazie alle sue note proprietà antibatteriche, e il gel di aloe vera che ha capacità emollienti e contro la formazione di batteri. Degli impacchi con acqua calda possono favorire la cicatrizzazione e il drenaggio nella zona della cisti.

Quando le cisti sebacee sono sospette o infiammate è necessario rivolgersi invece a un medico, che può diagnosticare il problema, differenziandolo da altre cisti di diversa natura. Di conseguenza, il dottore deciderà di procedere con dei farmaci, più precisamente corticosteroidi o antibiotici, oppure, se la situazione lo richiede, con un intervento chirurgico.

L’operazione di asportazione è semplice e poco invasiva, ma deve essere fatta obbligatoriamente da professionisti medici.  L’intervento viene eseguito in anestesia locale, e al termine la zona deve restare coperta e sterile per circa 7-10 giorni, mentre per il primo anno è necessario proteggere la cicatrice dal sole, per evitare che assuma colorazioni rossastre.

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