La ricerca scientifica di cui vi parliamo oggi potrebbe far storcere il naso a chi ama i gatti e ne ha in casa almeno uno; infatti a quanto pare possedere un gatto rende più alto il rischio di contrarre malattie mentali.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Schizophrenia Research e condotto presso lo Stanley Medical Research Institute del Maryland (USA), ha messo in evidenza una connessione tra la schizofrenia e un parassita che può infettare i gatti, cioè il Toxoplasma gondii, che causa la toxoplasmosi, la stessa malattia da cui le donne incinta devono tenersi ben lontana perché pericolosa per il bimbo nel loro grembo.

I ricercatori hanno infatti notato che le patologie mentali si manifestano maggiormente nelle famiglie dove un gatto è presente dall’infanzia: analizzando i dati raccolti sin dal 1982 da parte del National Institute of Mental Illness, che riguardavano 2.125 con un membro affetto da schizofrenia, hanno visto che il 50,6% dei malati aveva avuto in gatto da bambino.

Il parassita della toxoplasma, espulso dalle feci del gatto, entrerebbe nel cervello del bambino, formando delle minuscole cisti, che in età più avanzata colpiscono i neurostrasmettitori, portando così alla schizofrenia.

Il toxoplasma in ogni caso può essere veicolato non solo dai gatti, ma anche dalla carne cruda, salumi compresi, e dalla frutta e verdura non lavate in modo adeguato.

Il vetrinario può diagnosticare la toxoplasmosi nel gatto, che è tranquillamente curabile, così da non dover rinunciare alla compagni di questi animali preziosi:

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