Barefooting: cosa succede al nostro corpo se camminiamo a piedi nudi

Camminare a piedi nudi (o barefooting) non ha solo tanti benefici per la salute, ma è uno stile di vita che ci (ri)mette in connessione con la natura, permettendoci di radicarci ed entrare in contatto con la terra.

“A piedi nudi nel parco” non è solo il titolo di un vecchio film con Robert Redford e l’iconica Jane Fonda, ma il modo di vivere di chi sceglie di abbandonare le scarpe per entrare in contatto diretto con la terra, camminando scalzo non solo nel parco ma anche nella quotidianità e nella natura, dalla campagna fino ai sentieri di montagna.

Si chiama barefooting: ecco tutto quello che dovresti sapere su questa pratica dai tantissimi benefici.

Cosa significa barefooting?

Letteralmente, barefooting significa “camminare scalzi” ma il termine, che viene talvolta tradotto come scalzismo, fa riferimento a un vero e proprio stile di vita, un movimento nato in Nuova Zelanda e approdato velocemente negli Stati Uniti, che promuove la scelta di non indossare calzature durante le attività quotidiane, camminando solo a piedi nudi per riappropriarsi degli spazi naturali e delle sensazioni positive che può trasmettere al corpo il contatto diretto col terreno.

Barefooting: i benefici per la salute

Mantenere in forma i piedi, un complesso intreccio di muscoli, tendini e terminazioni nervose, è molto importante. Indossare sempre le scarpe non aiuta il naturale sviluppo dei piedi, per questo motivo andrebbero incoraggiati i bambini a camminare a piedi nudi quando è possibile.

I benefici per la salute del barefooting, però, non si limitano a questo: camminare a piedi scalzi può avere effetti coadiuvanti nella cura di calli, dita a martello e duroni; sposare la filosofia del barefooting, inoltre, consente di prevenire patologie alla schiena, alle anche e alle ginocchia.

Indossare le scarpe indebolisce la muscolatura dei piedi, e spesso ne impedisce il corretto movimento, spostando tutto il peso corporeo verso l’avampiede, invece che sul tallone. Camminare a piedi scalzi consente al corpo di ritrovare il suo baricentro naturale, migliorando l’equilibrio e la stabilità. La camminata scalza, inoltre, attiva in maniera straordinaria tutta la muscolatura di cosce e glutei favorendone la tonificazione.

Circolazione sanguigna, postura e termoregolazione sono altri aspetti che traggono beneficio dal camminare a piedi scalzi, una pratica raccomandata soprattutto alle persone più freddolose, che potrebbero preferire invece il calore delle scarpe. Il contatto dei piedi con superfici fresche, infatti, permette di allenare il corpo alla produzione di calore e di aumentare la resistenza alle temperature più basse, allenando le nostre difese immunitarie.

Sentieri e percorsi per il barefooting

Il barefooting, per molti, è una scelta di vita, per questo non ci sono limiti alle strade che possono essere esplorate a piedi nudi. Camminare, correre e addirittura scalare montagne sono tutte opzioni possibili, anche se sembra difficile crederlo.

Ovviamente, l’approccio iniziale dovrà essere graduale, possibilmente durante la stagione estiva e su delle superfici facili come erba o sabbia. Un buon punto di partenza potrebbe essere quello di passare qualche ora al giorno a piedi nudi in un parco, poi quando la pianta del piede sarà diventata spessa a sufficienza si potranno sperimentare dei brevi percorsi montani.

Anche se è possibile praticare il barefooting ovunque – e a qualunque età – negli ultimi anni si sono diffusi sempre più percorsi e sentieri dedicati alla camminata a piedi nudi. Pensati come itinerari didattici o sensoriali, permettono di camminare scalzi in tutta sicurezza anche da chi non ha particolare esperienza di barefoot hiking, come viene definita la pratica di camminare senza scarpe su sentieri di campagna o montagna.

Solitamente, questi percorsi sono dedicati a escursionisti scalzi meno esperti, perché permettono di fare una prima esperienza in autonomia in un ambiente che seppur naturale è controllato e pensato per lo scopo, e in cui talvolta sono fornite anche informazioni dal punto di vista tecnico o della sicurezza. È il caso, ad esempio del “Sentiero del Cervo” a San Martino di Castrozza (Trento),

pensato come un vero e proprio percorso didattico per il barefoot, prestandosi particolarmente bene alla pratica del cammino a piedi nudi in Natura, in quanto lungo di esso sono stati posizionati ogni circa 50 m di dislivello 6 paletti con QR code per visionare brevi video tutorial realizzati in quello stesso punto, che mostrano specifici esercizi barefoot da eseguire sul posto.

Ci sono controindicazioni al barefooting?

Anche se è tendenzialmente uno stile di vita (o un’attività, per chi la pratica occasionalmente) adatta a tutti, il barefooting può avere delle controindicazioni, sia in presenza di alcune patologie (come diabete, artrite e la tendenza a sviluppare ulcere) che legate alle caratteristiche del camminare scalzi.

Il barefooting, infatti, espone a un maggior rischio di ferite e di cadute, soprattutto per chi è più avanti con l’età e nelle prime fasi di adattamento alla camminata senza scarpe. Dopo il primo periodo di adattamento, si sviluppa una maggiore percezione e sicurezza a livello della pianta del piede che permette anche di ridurre il rischio di farsi male.

Unica accortezza, oltre all’attenzione a dove si posano i piedi, è quella di avere sempre con sé un piccolo kit di emergenza composto da pinzette e cerotti disinfettanti nel caso ci si ferisca. È fondamentale infatti ridurre il rischio di infezioni, che possono svilupparsi da eventuali ferite che entrano in contatto con il terreno sporco, che possono essere particolarmente pericolose per alcune categorie di persone, ad esempio per chi soffre di diabete.

Un rischio che non può essere completamente eliminato, invece, è quello di contrarre un fungo, o più correttamente una micosi: in questo caso, è importante intervenire per eliminarlo.

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