L’alopecia androgenetica femminile è una caduta dei capelli legata all’azione degli ormoni maschili. Un po’ di statistiche: in Italia 4 milioni di donne sono colpite da alopecia femminile e una donna su due è colpita da diradamento o calvizie incipiente. Il fenomeno è decisamente inferiore alla calvizie maschile, tuttavia non meno grave, soprattutto per le ripercussioni psicologiche che si possono presentare.

Quando si inizia a notare un diradamento, è meglio agire in fretta e rivolgersi a un medico: si tratta di un problema che può essere tenuto sotto controllo solo se ci si muove per tempo. Ma ovviamente bisogna evitare falsi allarmi: non è che in quel periodo dell’anno in cui avvertiamo una maggiore caduta dei capelli, corriamo ogni volta dal dottore gridando al lupo al lupo.

Alopecia androgenetica femminile: cause

Alopecia femminile
Fonte: Pixabay

Bisogna fare una premessa: le donne possono essere colpite da diradamento durante o immediatamente dopo una gravidanza. Il fenomeno era più evidente in passato, quando esistevano meno esami – soprattutto dei livelli di ferro nel sangue – ma oggi tutto è tenuto maggiormente sotto controllo, anche grazie all’esistenza di integratori di ferro e di vitamine del gruppo B, che possono essere prescritte ad alcune pazienti, in base alle proprie necessità.

L’alopecia androgenetica si presenta solo in presenza di ormoni androgeni e si ritiene legata alla presenza di altri fenomeni, come acne, seborrea, ipertricosi, irsutismo, amenorrea, obesità. Gli ultimi due fenomeni sono tipici ad esempio dell’ovaio policistico, che è considerato una delle cause principali dell’alopecia androgenetica femminile. La causa maggiore è però la genetica e quindi l’alopecia può rivelarsi un problema ereditario.

Gli estrogeni invece aiutano a combattere l’alopecia, tanto che uno dei momenti clou in cui si può verificare nelle donne è proprio la menopausa: sono proprio i cambiamenti ormonali che rendono più evidente il problema, che infatti si verifica maggiormente nei periodi in cui la donna può risentire di questi cambiamenti. Abbiamo citato la menopausa, ma vanno aggiunte la pubertà e la gravidanza insieme al parto – quest’ultima come eccezione – tuttavia anche in questi casi, ci può essere un calo degli estrogeni e verificarsi l’alopecia. Così come per la prima assunzione della pillola anticoncezionale.

Alopecia femminile: sintomi

L’alopecia androgenetica femminile avviene attraverso un diradamento progressivo che si basa su un’unità di misura chiamata Scala di Ludwig. Quest’unità di misura prevede tre livelli, secondo il diradamento progressivo del centro del cuoio capelluto nella donna: il primo di essi prevede una scrimatura che assume la somiglianza con un albero di Natale. Solo una fascia anteriore di capelli viene preservata nel progresso del problema. Si parte dalla punta della testa e il diradamento si espande formando quasi un cerchio. Inoltre avviene anche un assottigliamento dei follicoli, con la conseguenze miniaturizzazione di essi. Il tutto si può verificare in maniera più lenta oppure si può giungere ben presto alla fase acuta.

Alopecia androgenetica femminile: si può guarire?

Alopecia femminile
Fonte: Pixabay

La risposta breve è sì. Fortunatamente, l’alopecia androgenetica – soprattutto se riscontrata a seguito di diagnosi precoce – è risolvibile. Si fa un esame che si chiama tricogramma e si analizzerà la storia della paziente per riscontrare eventuali situazioni da associare ai sintomi (gravidanza, pillola anticoncezionale, ecc.).

Alopecia femminile: cure

La cura dell’alopecia androgenetica femminile passa attraverso differenti prodotti, topici oppure sistemici. Tra questi ultimi ci sono i progestinici, con cui chi ha avuto almeno una gravidanza potrebbe aver già avuto a che fare. Estrogeni e progestinici vengono di solito somministrati insieme, oppure la cura può puntare su melatonina e agonisti delle prostaglandine. C’è poi un apparecchio che si chiama laser comb e, come suggerisce il nome, è una sorta di pettine che aumenta il numero ma non lo spessore dei capelli.

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